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I numeri del Digitale in Italia danno ragione al clima di fiducia I numeri del Digitale in Italia danno ragione al clima di fiducia
ne parliamo con Antonello Busetto, Direttore dell’associazione che da decenni mette a disposizione del Sistema Italia il più completo e puntuale rapporto sull’andamento del... I numeri del Digitale in Italia danno ragione al clima di fiducia

ne parliamo con Antonello Busetto, Direttore dell’associazione che da decenni mette a disposizione del Sistema Italia il più completo e puntuale rapporto sull’andamento del mercato della Digital Technology.

L’edizione 2016 conferma infatti che il mercato digitale italiano non solo è ripartito, avendo chiuso il 2015 con un +1%, ma ha gettato le basi per una crescita che proseguirà anche nei prossimi anni, con una previsione per il 2016 del +1,5%.

 Quale bilancio si può fare sul 2015 del mercato digitale italiano?

I dati del rapporto Assinform 2016 confermano che il mercato digitale italiano non solo è ripartito, avendo chiuso il 2015 con un +1%, ma ha gettato le basi per una crescita che proseguirà anche nei prossimi anni, con una previsione per il 2016 del +1,5%.

L’ulteriore evidenza è che i principali driver della ripresa sono le componenti più innovative del mondo del Digitale: tecnologie e soluzioni che nel nostro studio sono definite Digital Enablers, in quanto veri e propri abilitatori della trasformazione digitale delle aziende. Mobile, IoT, Big Data, Cloud e Security sono i principali pillar della nuova Azienda Digitale che ha compreso l’importanza della tecnologia come leva strategica per la propria crescita.

Si va modificando la qualità della domanda, ora più attenta alle potenzialità per innovare servizi, prodotti e processi e questo cambiamento interessa tutti i settori economici dal Finance all’Industria, alla Distribuzione alle Utility. E anche la PA, almeno a livello centrale e nella Sanità, è in recupero.

E il Digitagle, se ben interpretato, può rappresentare un motore importante anche per la ripresa economica del sistema paese.

Possiamo dire che siamo finalmente di fronte ad un’inversione di tendenza?

Rispetto agli anni scorsi, in cui la domanda era trainata dalle vendite di tablet e smartphone, nel 2015 assistiamo ad un salto di qualità: le aziende hanno cominciato a investire in innovazione e nella digitalizzazione dei processi.

Possiamo dire che c’è una nuova cultura d’impresa e come settore avvertiamo un cambiamento della qualità della domanda. Lo è per le imprese, che vedono l’opportunità di nuovi business e mercati, lo è per le Amministrazioni Pubbliche, che, alla stregua di imprese, vedono crescere le attese di servizio, ma ancora di più gli strumenti per rafforzare il loro ruolo. Per questo parliamo di Impresa 4.0 come un modello con cui operare con maggiore integrazione e collaborazione delle risorse – umane, fisiche e informative, in azienda e in filiera – generando valore addizionale, riducendo le inefficienze, valorizzando la conoscenza, migliorando la capacità di decidere.

Riteniamo, quindi, che questa volta si tratti di un’inversione di tendenza strutturale, che potrebbe rafforzarsi ulteriormente con la piena attuazione dei grandi progetti della Strategia Digitale del governo e delle infrastrutture materiali e immateriali previste dall’Agenda Digitale italiana che rappresentano indubbiamente degli acceleratori per la piena diffusione delle tecnologie e per facilitare l’accesso dei cittadini ai servizi. Per questo ci attendiamo progressi anche negli anni successivi: +1,7% nel 2017 e +2% nel 2018.

 

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