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Marzano: “ Far diventare Roma un laboratorio per l’innovazione”
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L’assessora a Roma Semplice Flavia Marzano, parla del programma finalizzato a rendere la Capitale più inclusiva

Innovare Roma per farla risultare più semplice e, dunque, più inclusiva nei confronti della cittadinanza. Un obiettivo ambizioso, ma anche un progetto le cui tappe sono delineate dalle Linee Programmatiche che prevedono una serie di interventi a cura dell’Assessorato Roma Semplice, guidato da Flavia Marzano.

 

Quali sono gli step in programma per rendere Roma Semplice una realtà di fatto?

 Roma deve diventare un laboratorio per l’innovazione, ma gli obiettivi devono essere misurabili e declinati nel tempo. Partiamo da dati complessi. Oggi Roma non è semplice: quasi 3 milioni di abitanti e 364.000 stranieri residenti legalmente, una cifra più alta della popolazione di Bologna. Con un’estensione di 1.285 metri quadri, Roma contiene otto città metropolitane, Milano compresa. Il territorio della Capitale, inoltre, è 11 volte più grande di quello di Parigi. I poco più di 23.000 dipendenti del Comune di Roma, quindi, sono pochi in rapporto ai suoi abitanti. Il 40% ha un’età compresa tra i 51 e i 60 anni per un turnover così lento da essere quasi inesistente.

Roma Capitale ha aderito al Sistema Pubblico d’Identità Digitale, per cui il cittadino romano che si registra al Portale ha a disposizione quasi una settantina di servizi, più di ogni altro Comune d’Italia.

Con Digit Roma, inoltre, che può contare su 1.000 hot spot wi-fi per tutto il territorio, è possibile accedere a una serie di informazioni utili anche se si è cittadini di altri territori ma di passaggio nella Capitale per lavoro o piacere. Stiamo ristrutturando la macrostruttura dell’amministrazione capitolina che si deve adattare alle nuove tecnologie e ci stiamo adattando al piano triennale definito dall’Agenzia per l’Italia Digitale.

L’anno scorso abbiamo attivato la Casa digitale del Cittadino, una piattaforma che verrà ultimata nel 2019 con il fine di aumentare la soddisfazione nei servizi online già offerti. C’è stata la delibera sulla gestione dei flussi documentali per snellire le procedure. Nel Comune di Roma ci sono 73 aree organizzative omogenee: il mandato è quello di farle diventare un’unica area organizzativa omogenea, eliminando la logica del silos. Tra i 23.000 dipendenti, coloro che svolgono con maggiore competenza il proprio mestiere si trasformeranno, su base volontaria, in pontieri del nuovo corso da tradurre nel linguaggio dei loro rispettivi dipartimenti, tutti differenti e noti al personale interno.

Ancora, abbiamo promosso la realizzazione di 25 punti “Roma Facile”, concepiti per il superamento del digital divide grazie a personale dedicato che, dunque, fa anche formazione ai cittadini. Sei sono in biblioteche, uno in un centro anziani e gli altri presso gli URP dei Municipi romani. Aumenteranno con nuove adesioni quest’anno: abbiamo già dieci biblioteche cui si sommano diverse richieste da parte di centri anziani e scuole. A Nord ci hanno imitato, con Bergamo che ha adottato questo modello e pure Genova, sebbene nel capoluogo ligure questo tipo di intervento pensato per la società civile faccia capo a un’associazione.

 

Com’è andato il primo incontro del Forum Innovazione e quanta partecipazione avete registrato attraverso il prototipo Sistema Unico di Segnalazione?

 Il primo tavolo di confronto tra Amministrazione, cittadini e associazioni di settore sull’innovazione digitale di Roma Capitale ha visto un centinaio di partecipanti con molte realtà tech. Quattro i punti chiave, che sono anche quelli contenuti nelle Linee Programmatiche: Open Government, Competenze Digitali, Agenda Digitale e Smart City, con eventuale coinvolgimento degli Assessorati identificati di volta in volta. Quasi 5.000, invece, sono stati i cittadini che hanno effettuato l’accesso al prototipo Sistema Unico di Segnalazione. Di questi, circa 4.000 hanno partecipato compilando il questionario di gradimento. Dall’analisi delle risposte è emerso il riconoscimento, da parte del 98% degli utenti, dell’utilità di avere un unico punto di segnalazione per interagire con l’Amministrazione. L’88% dei partecipanti ha ritenuto semplice inviare la segnalazione, l’81% ha dichiarato di aver individuato con facilità l’argomento oggetto della propria segnalazione tra quelli proposti. I cittadini hanno voglia di segnalare non solo disservizi, ma anche proprie proposte. Questo attivismo lo abbiamo visto pure nella progettazione del nuovo Portale, che vedrà la luce quest’anno e avrà uno spazio partecipativo, coerentemente con la revisione dello Statuto in questa direzione da parte dei Consiglieri.

 Quest’anno Roma conoscerà la sperimentazione 5G. Si tratta del primo passo per far diventare Roma una smart city?

 Riguardo la connettività 5G, abbiamo un accordo quadro con Fastweb in cui si fa sperimentazione, che finirà nel 2020, per identificare insieme il progetto pilota su cui lavorare. Altri progetti analoghi saranno benvenuti, come chiunque ci proporrà sperimentazione. Abbiamo chiesto a ogni dipartimento di darci un referente sugli Open Data, perché i dati che sono pubblicabili vanno resi noti per il bene della trasparenza e perché le aziende, per esempio le startup, ci fanno del business ed è giusto aiutarle.

Sul concetto di smart city, ognuno lo declina come crede: per me è una città in cui le tecnologie sono trasparenti e rispondono alle domande dei cittadini e dei turisti, ma anche una città che sia fruibile da tutti sotto diversi punti di vista.

La Pubblica Amministrazione, infine, non può essere ricattabile; per questo abbiamo installato più di 4.000 licenze di LibreOffice su cui andremo a fare formazione relativa anche al valore etico di tale scelta.

 

Nella Foto Flavia Marzano, assessora a Roma Semplice

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