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Le start up innovative crescono del +28% l’anno e saranno oltre 16 mila entro la fine del 2023
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Crescono le startup innovative in Italia, aumentano gli investimenti da venture capital del 33,4% nell’ultimo anno e le aziende adottano sempre di più iniziative sostenibili che danno impulso all’economia circolare. Questo il panorama attuale dell’innovazione imprenditoriale in Italia, dove sono le aziende familiari, le PMI e start-up innovative a guidare la transizione, grazie agli investimenti fatti da venture capital e tramite il mercato dei capitali.

Queste le scoperte della ricerca di Rome Business School, Ecosistema start-up, PMI e aziende familiari in Italia: panorama attuale e opportunità legate a innovazione, finanziamenti e sostenibilità, a cura di Francesco Baldi, Docente di Corporate Finance e Valerio Mancini, Direttore del Centro di Ricerca di Rome Business School, elaborato insieme alla società di consulenza Global Management Group (GMG). L’aumento delle start-up innovative operanti nel nostro Paese – il cui numero è destinato a superare la soglia delle 16 mila aziende –  l’incremento degli investimenti in Venture Capital (VC), che si prevede possano superare 1,6 miliardi di euro e l’espansione del mercato azionario delle PMI che potrebbe tradursi nella raccolta di capitali oltre il miliardo di euro, il tutto nel corso del 2023, aprono opportunità eccezionali per promuovere una crescita economica sostenibile secondo il paradigma strategico ormai dominante ispirato a logiche ESG (Environmental, Social & Governance)”, afferma Francesco Baldi, tra gli autori.

In Italia, ci sono circa 14.708 start-up innovative registrate a fine 2022, i dati rivelano una crescita cumulata nel periodo 2013-2022 pari al +879%, circa +28,8% l’anno. Si concentrano soprattutto nei settori dei servizi di informazione e comunicazione (50,6%), nelle attività professionali, scientifiche e tecniche (23,1%) e nella manifattura (14,5%). Esaminandone le dinamiche, gli autori hanno osservato che nel 2013 le start-up con un valore della produzione inferiore a 100 mila euro rappresentavano il 67,5%, ma grazie agli avanzamenti tecnologici e l’evoluzione de mercato, oggi sono solo il 27%. Crescono di più in numero di startup innovative con valore di produzione tra 1 e 5 milioni di euro (da 13 nel 2013, a 2263 nel 2022, +25,7%), mentre sono solo lo 0,3% quelle con valore di produzione superiore ai 50 milioni. La restante parte ha valori della produzione compresi tra 100 mila euro e 50 milioni di euro, il 48,7%.

Nel complesso, tra il 2013-2022, l’Italia ha registrato un aumento annuo di start-up innovative pari a +25,6%. La Lombardia si conferma il motore innovativo del Paese con 3.933 start-up innovative, mentre il Lazio si colloca al secondo posto con 1.790 (dalle 151 del 2013). Spicca l’evoluzione positiva della Campania: le start-up innovative sono passate da 70 nel 2013 a 1.392 nel 2022, con un tasso di crescita annuo medio del 39,4%, variazione superiore a quella media italiana.

 Sorprende che lo shock legato al Covid-19 e al conflitto russo-ucraino non abbiano arrestato il processo, ma anzi amplificato la crescita degli investimenti in venture capital: nel 2022 in Italia, il numero di investimenti dei fondi di venture capital è aumentato del 47% rispetto al 2021, evidenziando un raddoppio dell’ammontare investito: €1.179 milioni nel 2022 vs. €587 milioni nel 2021, +101%.

 

Per il 2023, gli autori stimano che ci sarà un incremento del 38,1% nel numero di investimenti da parte dei fondi italiani di venture capital, che si dovrebbe tradurre in un incremento nelle somme di capitale investiti pari al +33,5%. In tal modo, il mercato dei fondi di venture capital in Italia potrebbe superare 1,6 miliardi di euro entro la fine del 2023.

È da considerare anche il mercato Euronext Growth Milan, che accoglie le PMI italiane con potenziale di crescita. Nel 2022, c’erano 190 aziende quotate con una capitalizzazione di mercato di 10,6 miliardi di euro (dati Borsa Italiana). Dopo la pandemia, il mercato ha registrato una crescita del 95% nella capitalizzazione di mercato e del 26,1% nel numero di aziende quotate. Infatti, nel 2022, sono stati raccolti 901,5 milioni di euro attraverso l’emissione di azioni da parte delle PMI italiane (+85% rispetto il 2021). Secondo gli autori, nel 2023 i capitali raccolti potrebbero superare il miliardo di euro.

Entro il 2030 la transizione verde in Europa varrebbe un beneficio economico netto di 1.800 miliardi di euro. L’Italia in testa alla classifica europea per trend di circolarità, prime Toscana e Trentino Alto-Adige, ultime Molise e Calabria

Il crescente interesse verso un’economia più sostenibile offre nuove opportunità e sfide soprattutto le PMI. Nel mercato dei capitali di debito, l’evoluzione dei minibond green è stata sorprendente: in soli 3 anni (tra il 2020 e il 2022), tale mercato è passato dal collocamento di poco meno di 70 milioni di euro ad oltre 200 milioni di euro a fine 2022. In particolare, i 42 minibond green emessi nel 2022 hanno costituito il 17,6% dei 238 minibond complessivamente collocati dale PMI italiane (Dati Borsa Italiana). Francesco Baldi prevede che ci possa essere “un ulteriore sviluppo di tale segmento di mercato, avvalorato da un sempre più crescente interesse da parte degli investori per gli strumenti della finanza sostenibile. Nel 2023, il numero di emissioni di minibond green è destinato a superare le 100 emissioni su base annua (138 per il 2023, pari ad un ammontare collocato di 352,6 milioni di euro)”.

Le aziende familiari non rappresentano solo la tradizione, sono anche agenti di innovazione. Alla fine del 2021, in Italia vi erano ben 17.897 aziende con ricavi superiori a 20 milioni di euro, di cui ben 12.500 erano di tipo familiare, rappresentando il 69,8% delle imprese in questa fascia di ricavi. Presso queste aziende viene impiegato il 74,2% dei dipendenti totali in Italia, con le aziende non familiari che rappresentano il restante 25,8%. Secondo le analisi degli autori, fatte sui dati AIDA (Bureau Van Dijk), un importante database di aziende italiane, nel periodo 2013-2021, le aziende familiari di piccole-medie dimensioni hanno registrato una crescita dei ricavi superiore a quella delle altre imprese con assetti proprietari diversi (+38% vs 35%). Inoltre, si prevede che i ricavi di vendita delle aziende familiari italiane aumentino del 6% entro il 2023 e che ci sia un aumento del 4% nel numero di dipendenti. Le province di Milano e Roma concentrano il maggior numero di aziende familiari, con 2.696 e 896 imprese rispettivamente (2021). Il 57,3% delle aziende familiari risulta essere di piccole-medie dimensioni (con ricavi tra i 20 e i 50 milioni di euro) e il 42,7% è di grandi dimensioni (con ricavi superiori a 50 milioni di euro), e sono realtà che dimostrano continuamente la loro capacità di adattarsi in presenza di avversità anche grazie alla diversificazione delle fonti di finanziamento alle quali fanno ricorso.

 

NELLA FOTO Valerio Mancini

 

 

 

 

 

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