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Fintech 2017: la digital disruption nel settore finanziario
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Si è svolto il 14esimo Annual Economia e Finanza, presso la sede milanese de il Sole 24 Ore.

Argomento centrale dell’edizione 2017, la Tecnologia Finanziaria, meglio conosciuta come Fintech (da Financial Technology) e comprensiva delle più recenti innovazioni tecnologiche applicabili al sistema finanziario.

Un argomento complesso, trattato in modo approfondito dagli intervenuti, che si sono succeduti sul palco durante il pomeriggio tra interviste, video interventi e tavole rotonde.

Preso atto che in Europa viene effettuato il 10% degli investimenti Fintech e che, in questo ambito, l’Italia si posiziona solo all’ottavo posto (contro la Svezia, prima in classifica, anche a causa di una bassa ‘propensione al rischio’ dei nostri connazionali), durante l’incontro sono emerse alcune esigenze condivise.

Individuate le Fintech come una ‘sfida da cogliere, in quanto comprensive di elementi da cui la Banca può essere contaminata in positivo’, e precisato che ‘la tecnologia è alla base di tutti i modelli futuri di banca’, come quelli illustrati da Stefano Sperimborgo, Managing Director di Accenture Strategy, è stata sottolineata l’urgenza di un approccio europeo per cogliere al meglio queste opportunità.

Molto incisivo Antonio Patuelli, Presidente ABI, convinto dell’urgenza di una ‘regolamentazione severa’ e della necessità di affrontare la materia con ‘metodo e cultura’, appoggiato da Francesco Boccia, Presidente della Commissione Bilancio Camera dei Deputati, che ha definito ‘la strada del Testo Unico Fintech un percorso obbligato’.

Il pensiero è condiviso anche dal Commissario Consob Carmine di Noia, che ha infatti puntualizzato che ‘se forse è troppo presto per avere autorità di vigilanza solo centrali, è altrettanto vero che è di certo troppo tardi per avere autorità di vigilanza solo nazionali’.

Interessante, infine, l’aspetto sollevato da Marco Giorgino, Professore di Istituzioni e Mercati Finanziari e Direttore Scientifico Osservatorio Fintech presso il Politecnico di Milano, che ha posto l’attenzione sui rischi legati alle abitudini dei millennials, altamente digitalizzati ma del tutto (o quasi) privi di competenze finanziarie.

Nella foto, Stefano Sperimborgo, Managing Director di Accenture Strategy

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