Creare 100.000 nuovi posti di lavoro nei prossimi 5 anni: questo l’obiettivo di ‘Alleanza per il lavoro del futuro’, l’ultimo progetto di EY, presentato in anteprima all’Auditorium Parco della Musica di Roma lo scorso 26 gennaio durante l’evento ‘The People of EY’.
Intervista a Donato Iacovone, AD di EY in Italia e Managing Partner dell’Area Mediterranea
Quando e perché è nata l’idea alla base di ‘Alleanza per il lavoro del futuro’ e quali sono gli obiettivi a breve e medio-lungo termine?
Questo progetto, nato da un’idea di Luca De Biase, è stato pensato per riunire ‘sotto un unico cappello’ tutte le aziende che assumono giovani, in modo da offrir loro un valido supporto per individuare le competenze necessarie nel mondo del lavoro di domani.
Inizialmente rivolta a supportare le aziende nazionali nella valutazione dei profili professionali più ricercati e competitivi, Alleanza per il lavoro del futuro ha coinvolto anche il mondo della formazione: la collaborazione con Università, Scuole Superiori e formatori è di fondamentale importanza per riuscire a capire in quale direzione concentrare gli ‘sforzi formativi’ e organizzare quindi percorsi di studio in grado di preparare realmente i giovani a rispondere al meglio alla domanda delle imprese, delle PMI, della Pubblica Amministrazione, del no profit, etc…
È un dato di fatto che oggi il digitale sta cambiando tutto: si tratta di un impatto pervasivo, che ormai ha toccato tutti i settori. Molti sono i lavori che spariranno e altrettanti saranno quelli che nasceranno; tra gli obiettivi di Alleanza per il lavoro del futuro vi è proprio quello di intercettare le professioni ‘nascenti’ e preparare ‘in anticipo’ i giovani ad affrontarle al meglio.
Un altro motivo che ha portato alla nascita di Alleanza per il lavoro del futuro è che noi di EY siamo fermamente convinti che senza i giovani è difficile, per non dire impossibile, fare della vera innovazione (in particolare questo è vero per la PA). Sono i giovani, infatti, a intercettare con maggior facilità le opportunità che arrivano dal digitale, e sono quindi loro a risultare fondamentali per aiutare a innovare e a cogliere queste nuove occasioni. A tal proposito, vogliamo soprattutto coinvolgere le piccole e medie imprese (le tante che popolano l’economia italiana), dando loro gli strumenti per capire quanto sia importante fare innovazione attraverso i giovani.
Che cosa manca, a vostro parere, al settore della PMI italiana per essere competitiva rispetto all’estero, e che cosa potrebbero fare le PMI per favorire l’occupazione giovanile?
Le piccole-medie imprese dovrebbero diventare un po’ più grandi. E per farlo dovrebbero avere la capacità di accettare le sfide offerte dalla globalizzazione; in poche parole dovrebbero non aver paura di diventare internazionali, aprendosi ai mercati esteri.
È chiaro che in questo panorama la presenza all’interno dell’impresa di giovani dotati delle competenze necessarie per affacciarsi a queste nuove opportunità offerte dal mercato contemporaneo diventa sempre più importante.
Per fare un esempio, basta pensare a quale opportunità l’e-commerce rappresenti per la vendita dei propri prodotti per le imprese di dimensioni medio-piccole, con un fatturato annuo di pochi milioni di euro. Organizzare un sito web, una piattaforma e-commerce e una buona campagna di comunicazione e marketing, sul web e sui social, permettono di ottenere risultati di grande peso. È indubbio che, fino a poco tempo fa, una piccola azienda non avesse simili opportunità; oggi invece tutte le imprese possono coglierle e sono opportunità da non sottovalutare.
Quali sono state le prime reazioni dopo la presentazione di questo progetto?
Le reazioni sono state ottime, al punto che al momento abbiamo registrato l’adesione di più aziende rispetto a quelle che pensavamo di aggregare (mi riferisco a quelle già iscritte), con nomi del calibro di Docomo Digital, GE Italia, Italiaonline, LUISS Business School, Microsoft, SAP, Spencer Stuart e Nana Bianca.
Senza contare l’eccellente risposta ricevuta da molte Università, che ha superato le nostre aspettative. È un segnale forte che sottolinea la necessità di aprire un dialogo tra chi forma le persone e chi dovrà un domani offrir loro un lavoro: allineare la formazione alle competenze richieste in futuro è fondamentale.
Tra i progetti operativi che affronteremo nell’immediato vi è l’individuazione delle competenze necessarie ai giovani per imporsi con successo nel mondo del lavoro del futuro prossimo. Siamo consapevoli che, soprattutto in certi settori (per esempio, nel retail), alcune figure professionali spariranno, ma siamo altrettanto consci che vi sarà bisogno di altre e nuove professionalità: con questa alleanza abbiamo l’obiettivo di intercettarle in anticipo.
Nella Foto Donato Iacovone, AD di EY in Italia e Managing Partner dell’Area Mediterranea