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I distretti sono catalizzatori di tecnologia
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Il Consigliere Delegato di Intesa Sanpaolo Carlo Messina, il Chief Economist Gregorio De Felice e il Responsabile della Ricerca Industry & Banking Fabrizio Guelpa hanno presentato la nona edizione del Rapporto annuale che la Direzione Studi e Ricerche della Banca dedica all’evoluzione economica e finanziaria delle imprese distrettuali.

Il Rapporto analizza i bilanci aziendali degli ultimi otto anni (2008-15) di quasi 15.000 imprese appartenenti a 149 distretti industriali e di 45.000 imprese non-distrettuali attive negli stessi settori di specializzazione. Il Rapporto presenta le stime sui risultati di bilancio delle imprese nel 2016 e le previsioni per il biennio 2017-18. L’analisi si sofferma, infine, sui cambiamenti che stanno interessando il tessuto produttivo italiano e distrettuale in seguito alla diffusione delle tecnologie digitali.

I distretti si confermano luogo privilegiato per la diffusione e l’adozione di comportamenti complessi e catalizzatori di innovazione tecnologica, organizzativa e di mercato.

La rivoluzione digitale sta modificando l’organizzazione della produzione e della distribuzione nei distretti. Diventa “intelligente” il sistema di produrre, attraverso l’introduzione di macchine interconnesse tra loro e con sistemi esterni; divengono virtuali i luoghi di scambio, con la diffusione dell’e-commerce.

La tecnologia sta cambiando il modo di distribuire e vendere i prodotti. Da una ricognizione realizzata su 161 aziende capofila che operano in 36 distretti del sistema moda emerge una buona diffusione dell’utilizzo dell’e-commerce: circa il 70% di queste imprese utilizza il canale delle vendite online.

Da una indagine pilota sul distretto della meccanica di Vicenza emerge poi che un buon numero di imprese dichiara di produrre macchinari 4.0 e di realizzare con questi una quota rilevante di fatturato. Nell’introduzione di innovazione e tecnologia nella loro offerta è stata fondamentale la presenza di un centro di ricerca e sviluppo interno; un contributo rilevante è venuto anche dalla rete di relazioni con i fornitori locali di tecnologia e dall’interazione con la clientela. Un ruolo ancora trascurabile, invece, è attribuito al sistema universitario.

Ciononostante, il tessuto produttivo italiano e distrettuale è in ritardo nell’adozione delle tecnologie di smart manufacturing: solo una minima parte delle imprese ha i principali impianti interconnessi, anche a causa dell’elevata età media dei macchinari. La sfida del digitale può essere vinta solo attraverso un’accelerazione degli investimenti, finora frenati dall’incertezza che domina i mercati.

L’ambiente è certamente favorevole, grazie alla presenza di significative misure governative a sostegno degli investimenti innovativi e alla disponibilità di buone condizioni di finanziamento e di un bacino di risorse interne.

Nei distretti la liquidità in percentuale del totale dell’attivo è cresciuta dal 6% del 2008 all’8% del 2015. Fondamentale per lo sblocco di queste risorse sarà il venir meno del clima di forte incertezza che rappresenta un elemento di cautela nelle decisioni di investimento degli imprenditori italiani.

 nella foto Il Consigliere Delegato di Intesa Sanpaolo Carlo Messina

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