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Bruxelles fa il punto sulla Digitalizzazione in Europa Bruxelles fa il punto sulla Digitalizzazione in Europa
Analisi impietosa per l’Italia: 25° posto sui 28 Paesi Le conclusioni dell’ultimo rapporto DESI – Digital Economy and Society Index, che la Commissione europea... Bruxelles fa il punto sulla Digitalizzazione in Europa

Analisi impietosa per l’Italia: 25° posto sui 28 Paesi

Le conclusioni dell’ultimo rapporto DESI – Digital Economy and Society Index, che la Commissione europea stila ogni anno per valutare i progressi fatti dai Paesi membri nella digitalizzazione dell’economia e della società, mostrano un risultato ancora una volta desolante per l’Italia, che si colloca al 25esimo posto su 28, davanti solo a Grecia, Bulgaria e Romania, rimanendo inchiodato alla stessa posizione dell’anno scorso.

Nonostante sia inserita tra i Paesi “catching up”, quelli cioè in più veloce recupero rispetto alle altre nazioni, insieme a Lituania, Spagna, Croazia, Romania e Slovenia, l’Italia «nell’ultimo anno ha fatto pochi progressi in relazione alla maggior parte degli indicatori» sottolinea la relazione. Ed è relegata tra gli stati “a basse perfomance”, indietro rispetto alla media Ue in due terzi degli indicatori. Gli oltre 30 elementi che Bruxelles prende in considerazione per valutare lo stato di digitalizzazione vengono ponderati e riassunti in cinque aree di policy: connettività, capitale umano, uso di Internet, integrazione di tecnologie digitali e servizi pubblici digitali.

Dalla valutazione finale emerge un indice sintetico, con un punteggio che per l’Italia è di 0,4 a fronte di una media Ue di 0,52. La valutazione sulla Connettività mostra l’Italia ancora lontana dagli obiettivi dell’Agenda Digitale europea che, ricordiamolo, vuole arrivare al 2020 con una copertura del 100% della popolazione a 30 mbps e di almeno il 50% a 100 mbps.

L’Italia si colloca al penultimo posto nella copertura delle reti a banda larga veloce, in aumento rispetto all’anno scorso (+8%), ma al di sotto della media europea (44%). La banda larga fissa ha una copertura quasi totale (99%), ma siamo ultimi per sottoscrizioni (53%): anche gli abbonamenti “superveloci” sono cresciuti al il 5,4% rispetto al 3,8% di dicembre 2014, ma sono lontani dal 30% della media europea.

Nella banda larga mobile, i risultati sono migliori: l’Italia si posiziona al decimo posto allineandosi con la media europea. Sul capitale umano, il grado di competenze digitali della popolazione, l’Italia si posiziona al 24° posto. Solo il 43% dei cittadini possiede skill digitali, fenomeno legato soprattutto al basso livello di istruzione e all’invecchiamento della popolazione.

Il numero degli italiani tra i 16 e i 74 anni che utilizza Internet è comunque aumentato del 4% (63%), avvicinandosi alla media Ue (76%). La percentuale di specialisti Ict è invece solo pari al 2,5% della popolazione. Imbarazzantemente n calo la propensione degli individui a utilizzare Internet, dove l’Italia è ultima in classifica, con un punteggio di 0,33. Gli italiani che effettuano acquisti online passano dal 35% al 39%, ma con una percentuale sempre molto al di sotto del 65% della media europea. In crescita l’utilizzo dei servizi di eBanking (43%, contro la media Ue del 57%).

L’Italia è al 20°posto nell’impiego del digitale da parte delle imprese, sostanzialmente stabile, segno che le aziende italiane non stanno investendo particolarmente nell’adozione di soluzioni online per migliorare il business. Leggera crescita per social media ed e-commerce. I servizi pubblici digitali sono la categoria in cui l’Italia raggiunge il miglior risultato, collocandosi al 17mo posto rispetto alla media europea. In aumento il livello di completezza e disponibilità dei servizi pubblici online, anche se il loro utilizzo appare modesto. Il rapporto evidenzia quindi la necessità per l’Italia di colmare più velocemente il gap sul digitale, e tutto sommato negi ultimi anni si sono visti non solo segnali di attenzione, ma anche iniziative concrete in tal senso da parte del Governo e delle Agenzie dedicate.

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