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ZTE: Inaugurato a Roma il primo laboratorio di cybersecurity in Europa
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Marzano – Zhong – Tofalo – Kun

ZTE Corporation, ha realizzato questo progetto per aiutare l’industria ICT a difendersi dalle minacce alla sicurezza informatica. È il primo laboratorio di cybersecurity di ZTE in Europa.

Angelo Tofalo (sottosegretario della Difesa), Flavia Marzano (assessore al comune di Roma), Zhong Hong (Chief Security Officer di ZTE) e Li Bin (ministro consigliere dell’Ambasciata cinese) hanno partecipato alla cerimonia di apertura.

“Sicurezza nel DNA, fiducia attraverso la trasparenza”: con questa visione ZTE si impegna a fornire ai clienti prodotti e servizi di sicurezza end-to-end integrando analisi e controlli di sicurezza in ogni aspetto del ciclo di vita del prodotto. L’istituzione del laboratorio di cybersecurity in Europa è una misura importante per ZTE per promuovere la trasparenza e rafforzare la fiducia reciproca tra tutte le parti. Il laboratorio di cybersecurity mira a fornire ai clienti globali, ai regolatori e ad altre parti interessate servizi di valutazione della sicurezza e audit, come la revisione del codice sorgente sui prodotti ZTE, tra cui 4G e 5G, audit della progettazione della sicurezza, revisione dei documenti procedurali, test della scatola nera e test di penetrazione.

Il laboratorio di cybersecurity, inoltre, è una piattaforma di cooperazione e di ricerca che consente al settore ICT globale di condurre approfondite ricerche e analisi nel campo della sicurezza. “Il laboratorio di sicurezza è una piattaforma aperta e cooperativa per il settore”, ha dichiarato Zhong Hong, Chief Security Officer di ZTE, nel discorso di apertura. “ZTE prevede di raggiungere gradualmente gli obiettivi di sicurezza informatica attraverso tre fasi: in primo luogo, soddisfare i requisiti delle leggi sulla cybersecurity, regolamenti e standard di settore, nonché sistemi di certificazione; in secondo luogo, condurre un dialogo aperto per migliorare la trasparenza e instaurare una cooperazione con i clienti e le agenzie di regolamentazione; e terzo, sostenendo il meccanismo di cooperazione aperta per contribuire alla standardizzazione della cybersicurezza”.

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