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Reti d’impresa:  importanti le tecnologie legate ai dati e all’automazione
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L’Osservatorio Nazionale sulle Reti d’Impresa, sulla base della Survey condotta tra giugno e luglio 2021 su un campione di 241 reti, evidenzia come le reti più performanti, efficaci, coese e resistenti alla pandemia sono dotate di risorse e competenze complementari – soprattutto intangibili – sono simili come mercato di riferimento e considerano importanti le tecnologie legate ai dati e all’automazione, soprattutto nel Made in Italy. Specifici focus riguardano la digitalizzazione, il ruolo delle startup e delle grandi imprese in rete e la filiera delle scienze della vita.

Con riferimento agli obiettivi, le reti intervistate mostrano una maggiore propensione rispetto al passato per l’aumento del potere contrattuale, la riduzione dei costi di produzione, la formazione e la partecipazione a bandi e appalti. Resistono, seppure con meno forza, i temi dell’innovazione, dell’internalizzazione e del marketing in rete, anche per effetto del proseguire della crisi pandemica.

Infine, dal Rapporto emerge la tendenza delle imprese in rete a confermare nel tempo l’utilizzo di questo modello, che ben si adatta alla struttura industriale italiana e alle sue esigenze, anziché optare per diverse e più tradizionali forme di aggregazione.

Le reti si confermano determinanti per fronteggiare la pandemia e accompagnare la ripresa economica, favorendo le performance delle singole imprese che insieme migliorano la trasformazione tecnologica, il rafforzamento delle relazioni, l’acquisizione di nuove competenze. Questa è la fotografia fornita dal 3° Rapporto dell’Osservatorio nazionale sulle reti d’impresa, a cui partecipano InfoCamere, RetImpresa e il Dipartimento di Management dell’Università Ca’ Foscari Venezia.

Il fenomeno delle reti ha fatto registrare una crescita costante anche nell’ultimo anno. Nel 2021 i contratti di rete sono infatti aumentati del 13,3% (+885 nuovi contratti rispetto al 2020) e le imprese in rete del 10% (+3.849 rispetto al 2020); si confermano prevalenti le ‘reti contratto’ (85%). In totale, al 31 dicembre 2021 si contano 42.232 imprese in rete per un totale di 7.541 contratti di rete.

Le imprese più coinvolte nei contratti di rete appartengono a tre settori: agroalimentare (22%), commercio (14%) e costruzioni (12%) e hanno sede nel Lazio (24,3%) seguito da Lombardia (10,5%) e Veneto (7,8%).

È intervenuto all’evento di presentazione del 3° Rapporto dell’Osservatorio Nazionale sulle Reti d’impresa il Sottosegretario al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali Tiziana Nisini (NELLA FOTO)  che ha annunciato: “Le reti d’impresa rappresentano un innovativo modello di organizzazione del lavoro e possono contribuire a rafforzare le competenze e i livelli di specializzazione all’interno delle filiere. È evidente che parlare di rete significa parlare di gruppo, vuol dire unire competenze per creare sinergia, vuol dire proporre soluzioni di elevata qualità e professionalità, anche per favorire il mantenimento dei livelli di occupazione e sostenere politiche attive del lavoro e ricambio generazionale”. Durante il suo intervento il Sottosegretario al Lavoro ha ufficializzato che il decreto sulla codatorialità per i contratti di rete è stato registrato dalla Corte dei Conti e le procedure di attivazione per le aziende che ne faranno richiesta saranno pubblicate sul sito del Ministero del Lavoro nei prossimi giorni.  “Il lavoro è stato portato avanti in collaborazione tra il Ministero del Lavoro, l’INPS, l’INAIL e per le competenze in materia di vigilanza dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro”, ha ricordato Tiziana Nisini.

“Il contratto di rete potrà assumere un ruolo ancor più decisivo nel nostro sistema produttivo anche grazie all’attuazione della codatorialità, annunciata oggi dal Sottosegretario Nisini – ha commentato Fabrizio Landi, Presidente di RetImpresal’Osservatorio 2021 conferma come lo strumento della rete sia utilizzato non solo per affrontare il perdurare della crisi, ma anche per far evolvere alcune componenti strutturali come digitalizzazione e trasformazione tecnologica, relazioni interne ed esterne, organizzazione del lavoro, nuove competenze, valorizzazione e crescita del capitale umano. Inoltre, tra le novità del Rapporto 2021  emerge il ruolo delle reti come “incubatore virtuale” che permette alle startup di crescere mettendo a disposizione delle imprese più tradizionali le proprie competenze tecniche, know how, innovazione e creatività. Tutti questi indicatori ci spingono a continuare a lavorare con le Istituzioni per promuovere e sostenere modelli di partenariato efficienti e qualificati in grado di intercettare le opportunità di sviluppo e, in particolare quelle del PNRR, e di rendere più competitivo il sistema imprenditoriale italiano.”

“L’analisi delle filiere che emerge dall’Osservatorio sulle reti d’impresa – ha detto il Direttore Generale di InfoCamere, Paolo Ghezziconsente di cogliere aspetti di grande interesse per sostenere l’evoluzione del tessuto imprenditoriale del Paese in questa fase di ripresa. Una lettura più consapevole, attenta e puntuale dei dati del Registro delle Imprese sui fenomeni più dinamici della nostra economia, come quello delle reti, è condizione indispensabile anche per sfruttare al meglio le risorse del Pnrr, attuando quel principio di accountability che ci viene chiesto dall’Europa per rendicontare i risultati dei progetti e promuovere il riuso delle best practice”.

Anna Cabigiosu, docente dell’Università Ca’ Foscari Venezia e responsabile scientifica del Rapporto ha affermato: “Nel complesso i dati dell’Osservatorio 2021 rafforzano il ruolo del contratto di rete nel nostro territorio: il contratto di rete è uno strumento unico, agile e snello, che permette ad imprese grandi e piccole di fronteggiare ambienti turbolenti e complessi condividendo risorse complementari e una stessa visione strategica. Reti performanti sono costituite da partner con risorse complementari, soprattutto intangibili, ma simili come mercato di riferimento di cui condividono una buona conoscenza e comprensione. La rete permette ai singoli partner di sviluppare nuove competenze e se queste sono complementari la rete è più efficace, ma la rete permette solo in parte ai singoli di imparare a svolgere internamente e in autonomia alcune attività̀ precedentemente svolte solo in rete. La rete resta dunque il luogo dove condividere e mettere a sistema risorse e competenze, e le imprese che hanno fatto esperienza di rete sono propense a continuare la loro collaborazione usando ancora una volta l’istituto giuridico della rete e non altre forme di aggregazione. Il contratto di rete sembra quindi aver colto le esigenze delle imprese italiane che cercano forme di collaborazione efficaci ma allo stesso tempo leggere e in grado di salvaguardare la loro individualità. L’Osservatorio 2021 enfatizza inoltre il ruolo della rete come veicolo di acquisizione di tecnologie e competenze digitali, rimarca il ruolo della grande impresa anche in rete e il ruolo della rete come “incubatore” delle nostre startup”.

 

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