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PMI e Covid-19: Un piano di emergenza per la gestione della crisi aziendale
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Il parere di  Gianluca Massini Rosati, fondatore di Soluzione Tasse

 

Con il perdurare dell’emergenza, il rischio è che il 10,4% delle PMI fallisca, come evidenziato dallo studio “The impact of coronavirus on italian non financial corporates”, a cura di Cerved Rating Agency. Ma i fattori esterni, come la pandemia in corso, non sono la vera causa della crisi aziendale: quasi sempre questi fenomeni acutizzano una situazione di difficoltà dell’impresa già presente e che molto spesso affonda le radici nelle difficoltà che l’imprenditore incontra nel tenere sotto controllo i numeri della propria azienda. Il primo passo per affrontare lo scenario peggiore è quindi partire dal controllo dei flussi di cassa per individuare la strategia di uscita dalla crisi. Un’attività che diviene ancora più rilevante nella prospettiva in cui le imprese potranno beneficiare di agevolazioni e sostegni economici statali, come definito nel Decreto Liquidità.

L’economia e il fare impresa nascondono sempre rischi che non possiamo prevedere in anticipo, almeno non del tutto, ma dominare i numeri della nostra azienda è la chiave per vincere in qualsiasi situazione, anche la più critica, come questa. In Italia il 90% delle imprese ha meno di 10 dipendenti o fattura meno di 2 milioni di euro. Le imprese che fatturano meno di 50 milioni di euro all’anno (92% del totale) impiegano l’82% dei lavoratori. Questo dovrebbe essere sufficiente per comprendere che se in questa situazione di crisi e blocco dell’economia non solo italiana, non si interviene in loro soccorso in modo efficace, le ricadute economiche sul Paese saranno devastanti.

La necessità di effettuare un piano di Gestione della Crisi e di riportare i numeri sotto controllo

Il COVID-19 si inserisce in un contesto economico già fragile, costituito da un considerevole numero di PMI che operano con una limitata capitalizzazione e un ciclo finanziario precario, tenuto in piedi da un forte accesso al credito senza un’adeguata preparazione sugli strumenti finanziari moderni da parte degli imprenditori. Mai come ora le imprese dovrebbero stimare velocemente la propria capacità di resistenza alle avversità. In gran parte però si trovano impreparate di fronte a questa necessità già normalmente, ancora di più in un momento di emergenza in cui la pressione è enorme, schiacciate tra uscite di cassa, riduzione di fatturato, incertezza legislativa e paura di perdere tutto quello che hanno costruito in anni di sacrifici.

Ed è proprio la paura che in questo momento paralizza gli imprenditori, incapaci di prendere decisioni consapevoli per la mancanza di un controllo di gestione efficace e di un piano di gestione economico finanziario per questa emergenza.

Un recente studio pubblicato dalla startup innovativa Arisk calcola che le imprese con ricavi compresi tra uno e 5 milioni di euro hanno bruciato in media 103 mila euro di cassa solo nei primi 15 giorni di blocco della produzione, quelle con ricavi tra 5 e 10 milioni hanno bruciato 300 mila euro e quelle fino a 15 milioni sono arrivate a bruciarne 450 mila. Molte avrebbero bisogno di attingere ancora alla cassa ormai in fumo, ma la cosa peggiore è che nessuna di queste aziende ha un piano di contingenza e anche se avesse soldi a disposizione continuerebbe a bruciarli in modo inconsapevole, senza sapere a chi o a cosa destinare le risorse prioritarie.

Le PMI devono quindi agire e farlo rapidamente per evitare effetti finanziari catastrofici, effettuando simulazioni di scenari di rischio e stress test sui propri conti economici e rendiconti finanziari, anche avvalendosi di consulenti con esperienza specifica, che consentano loro di prendere decisioni strategiche e di impostare un piano per evitare il peggio.  Questo vale sia per l’emergenza attuale, che per qualunque situazione futura che un domani possa nuovamente portare a uno stop forzato della produzione o delle consegne e quindi del flusso dei ricavi.

La crisi di una PMI è sempre prima di tutto endogena

Il controllo di gestione, anche in una PMI, è sempre di vitale importanza. Non a caso già lo scorso anno il “Codice della crisi di impresa e dell’insolvenza” aveva posto l’accento proprio sulla necessità da parte anche delle PMI di dotarsi di strumenti e strategie che consentano di anticipare la crisi, con una serie di alert all’imprenditore in tempo utile per riuscire ad assumere i necessari provvedimenti per evitarla. Se è vero che non possiamo prevedere una crisi esogena, come lo è per esempio l’emergenza Coronavirus, certamente l’imprenditore può agire sulle cause endogene: la gestione finanziaria, la gestione dei flussi di magazzino, UTP e NPL, costi per investimenti, etc. La causa della crisi, in quest’ottica, diventa irrilevante, piuttosto è necessario valutare la portata della difficoltà stessa, elaborando scenari differenti e simulando possibili risposte. Analisi dei ricavi, valutazione dei costi, valutazione delle priorità rispetto a fornitori, dipendenti e collaboratori, margine di contribuzione sono solo alcuni degli indicatori che devono essere presi in considerazione nell’elaborazione di scenari difficili e critici.

Da questo punto di vista, sono ancora troppe le aziende che affidano la gestione di queste metriche a soluzioni inadeguate come semplici file excel, che non sono in grado di aiutare l’imprenditore o il suo CFO ad elaborare previsioni di rischio attendibili. Oggi esistono sul mercato piattaforme innovative, come per esempio Xriba, basate sull’utilizzo di intelligenza artificiale che consentono di avere sotto controllo i numeri dell’azienda aggiornati e riclassificati in qualunque momento. Poter disporre di un software avanzato integrato nell’intero processo e nella gestione finanziaria dell’azienda è di fondamentale importanza per individuare i rischi in tempo utile, con anticipo di mesi, e prendere per tempo le dovute contromisure.

Innovazione nei processi e nell’offerta come chiave per uscire dalla crisi

Per superare le situazioni di crisi, l’azienda deve assolutamente innovare, portando sul mercato prodotti e servizi che prima non forniva, sia a clientela consolidata che a nuovi clienti, magari adottando anche nuovi modelli di business o nuove modalità operative. Grazie all’innovazione può conquistare quote di mercato, può ridurre costi o trovare partner in grado di aiutarla a crescere in modo esponenziale, facendo sì che la crisi resti solo un lontano ricordo.

Lo scenario, per quanto fosco, presenta quindi margini di crescita per le PMI italiane, se riusciranno a coglierne al meglio l’opportunità data da questo rallentamento globale per affilare le armi, prendere il controllo delle proprie risorse economiche e finanziarie e facendosi trovare pronte per il rilancio che seguirà questa tempesta.

nella foto Gianluca Massini Rosati, fondatore di Soluzione Tasse

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