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Magia e tecnologia
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Intervista ad Elio Degrandi, in arte Alexander

 

“Doctor Strange”, il nuovo film della Marvel, rappresenta la magia con gli stessi meccanismi con i quali funziona la tecnologia. Secondo Lei la magia assomiglia alla tecnologia?

Secondo me la magia assomiglia molto a una tecnologia conosciuta solo da un numero molto ristretto di persone. Per chiarire il concetto, potrei citare la famosa frase di Arthur C. Clarke: “Ogni tecnologia sufficientemente avanzata è indistinguibile dalla magia” (ndr citazione da Profiles of the Future, Harper & Row, 1958).

Per chi non ha conoscenze specifiche, entrambi sono incomprensibili. Assumono i tratti del misticismo, della religione per iniziati. Insomma, sono una conoscenza “esoterica”, come potevano esserlo i concetti della filosofia pitagorica o i riti iniziatici di alcune sette. Per chi usa uno smartphone e non se ne intende di tecnologia, non è forse magico il fatto di aprire una App e poter vedere, parlandoci, la zia che vive in Indonesia? Magia e tecnologia coesistono, anzi, per alcuni aspetti hanno una radice comune:

“I fenomeni magici sono oggi relegati nell’ambito di un esoterismo spesso frequentato da illusionisti e ciarlatani. Eppure fino al Sedicesimo secolo scienza e magia erano strettamente intrecciate tra loro: i fenomeni astronomici venivano ‘letti’ anche in chiave astrologica o di numerologia magica, le sperimentazioni pratiche dell’alchimia non potevano essere disgiunte dalla ricerca della pietra filosofale. Molti pensatori del Medioevo e del Rinascimento si interrogavano insieme su scienza e poteri magici, nel convincimento di un mondo unito fortemente in tutti i suoi aspetti, materiali e spirituali.” (Enciclopedia Treccani)

A tal proposito, ho letto un libro interessante “Lo sciamano e l’elicottero”, che tratta proprio della coesistenza tra il pensiero magico e la tecnologia. Racconta per esempio, di alcuni sciamani dell’Asia centrale “uomini della magia”, che si spostano da un villaggio ad un altro, molto lontano, servendosi dell’elicottero, la tecnologia più avanzata.

C’è un episodio esemplare che può illustrare in maniera esemplare questo concetto, e riguarda un episodio della vita del grande mago francese Jean Eugène Robert-Houdin (Blois, 6 dicembre 1805 – Saint-Gervais-la-Forêt, 13 giugno 1871). Nel 1856 venne mandato in Algeria da Napoleone III per sconfiggere con le sue arti illusionistiche la turbolenta popolazione locale, che veniva incitata alla ribellione contro i colonialisti francesi dai suoi capi religiosi, che la impressionava con pratiche magiche. Usando la tecnologia, magica perché sconosciuta agli arabi locali, domò la rivolta dimostrando che la sua magia era più potente di quella dei mullahs. Fece credere di poter annullare completamente la forza del guerriero più forte e bellicoso presente alla sua dimostrazione. Un cofanetto veniva posato a terra, e un bambino lo sollevava facilmente, con una sola mano. Poi Houdin faceva dei passi “magnetici” attorno al corpo dell’uomo più forzuto, gli annullava la forza, e questi non riusciva più a sollevarlo, per quanti disperati sforzi facesse. Il miracolo era possibile grazie al fondo metallico della scatola, e a un elettromagnete nascosto sotto il pavimento, che veniva acceso quando toccava al guerriero sollevarla. Semplice ai giorni nostri, ma tecnologia avanzata e magica, in quei tempi.

 

 Nelle sue performance di magia usa le tecnologie?

Nelle mie performances illusionistiche , qualche volta ho usato delle tecnologie, certo. Non le ho impiegate per “barare”, nel senso che ciò che si vedeva in un mio spettacolo televisivo non era il risultato di una manipolazione delle riprese video, di un montaggio, ma era veramente quello che gli spettatori vedevano in studio. Solo che le tecnologie, non visibili al pubblico, mi servivano a realizzare l’effetto stesso.

Per esempio, alcuni esperti degli effetti speciali di Cinecittà, quando realizzai i miei shows per il sabato sera di Raiuno, dietro mia indicazione avevano messo a punto un meccanismo piuttosto complesso e nascosto, che mi permetteva di fare scaturire degli zampilli d’acqua dalla punta delle dita. Un’altra volta ho impiegato delle tecnologie molto sofisticate che mi hanno permesso di fare sparire, istantaneamente, una Ferrari sospesa a tre metri dal suolo. Anche il volo umano, realizzato per il mio collega David Copperfield, che vola sulla scena del teatro e sopra la testa degli spettatori, in piena luce, passando attraverso cerchi per dimostrare che non è attaccato a nessun filo o sostegno, è una tecnologia molto sofisticata, coperta da otto brevetti internazionali, che utilizza anche una tecnica che venne impiegata dalla Nasa.

Oggi addirittura, esistono delle App create per gli Smartphones, che permettono di realizzare alcuni effetti magici strabilianti.Quindi si possono benissimo usare strumenti tecnologici, se aiutano l’artista a realizzare il suo progetto: creare un’illusione convincente.

 

 Come vive lei l’avvento della trasformazione digitale?

La trasformazione digitale ha semplificato e cambiato, in meglio, la mia vita. Tenga presente che io ho cominciato ad usare il computer appena questo era diventato alla portata della gente comune. Sembrano tempi giurassici, oggi.

Windows non esisteva ancora, si usava il DOS, i floppy disk, l’hardware era ingombrante … Poi comprai il primo Amiga. Oggi uso il Pc e il Mac, e leggo ogni mese almeno due riviste di informatica. Insomma, sono un appassionato! Ho digitalizzato gran parte dei miei libri, e molti li compro già in formato digitale; e viaggiando molto, mi porto appresso un migliaio di libri, quasi un’intera libreria, dentro un minuscolo e-book reader.

Scrivo i miei testi, li stampo, li invio nello spazio di pochi secondi a colleghi che vivono nella parte opposta del mondo. Al mattino, prima ancora di fare la colazione, mi sono già letto, a letto, due quotidiani a cui sono abbonato, sull’iPad. Faccio un uso abbastanza intenso, per motivi di lavoro, di sistemi di videoconferenza. Insomma, una pacchia per chi, come me, ama le tecnologie.

Tutto è più semplice da realizzare, e anche molto più economico e meno esclusivo, rispetto ad un tempo. C’è forse il pericolo di isolarsi un pò, di non condividere con gli altri le esperienze in maniera diretta, “de visu”. Per fortuna la mia attività, che mi costringe ad incontrare quotidianamente e di persona i miei collaboratori e il mio pubblico, mi evita questo rischio.

Continua con la magia o si sta dedicando ad altro?

Ho terminato a settembre di portare in giro, nei teatri, il mio ultimo spettacolo “Tra spazio e tempo”, che trattava argomenti relativi alla Meccanica Quantistica. Spiegavo alcuni concetti usando filmati, luci e suoni, e poi li “porgevo al pubblico” eseguendo un effetto illusionistico che in qualche modo esemplificasse e spettacolarizzasse l’assunto appena spiegato.

Per esempio, in un filmato compariva il celebre fisico Stephen Hawking che spiegava cosa fosse, secondo la teoria della relatività, il tempo, e come non esista un unico tempo uguale per tutti, ma un tempo diverso per ciascuno di noi, e che passa più in fretta se stiamo fermi, e più lentamente se ci muoviamo. E con suggestive animazioni ci dimostrava come il tempo per me a Torino scorresse più lentamente, rispetto a quello di un mio amico che viveva sulla cima del Monte Bianco … Poi io, restando sulla scena, facevo istantaneamente avanzare di un quarto d’ora le lancette degli orologi degli spettatori in sala.

Lo spettacolo precedente si chiamava “Sinapsi”, e sempre utilizzando la stessa struttura narrativa, spiegava come funziona il cervello e quali siano le sue sorprendenti capacità. Come vede, è un modo diverso di fare magia, unendo lo spettacolo all’informazione scientifica. In fondo, ho messo in scena le mie tre grandi passioni, oltre all’illusionismo: la fisica, le neuroscienze e … l’ipnosi.

Ma in questo caso non si tratta dell’ipnosi usata nello spettacolo, ma dell’ipnosi clinica, che può aiutare le persone a stare meglio, a sconfiggere le paure, ad attenuare dolori fisici, ad attuare cambiamenti profondi e mutare convinzioni negative. Tengo regolarmente dei corsi di ipnosi a medici, psicologi, dentisti ….Mi appassiona molto, l’ipnosi, e sono anche molto orgoglioso di essere invitato in molti congressi internazionali in qualità di relatore e formatore. E anche di essere l’unico autore che non sia un medico del prestigioso “Trattato d’ipnosi e altre modificazioni di coscienza” appena uscito, ed edito dalla Facoltà di Medicina dell’università di Padova.

Inoltre tengo un master di ipnosi per l’Ordine degli Psicologi della Lombardia e corsi di auto-ipnosi per le persone comuni, che intendono superare qualche loro limite e migliorarsi. Insomma, come tutti ho avuto una vita fatta di alti e bassi, ma con un’unica costante positiva: ho sempre lavorato facendo cose che mi appassionavano, che mi riempivano la vita. E che avrei fatto in ogni caso, anche se non mi avessero pagato. Ma quest’ultima confidenza tenetela per voi: non vorrei che qualcuno la prendesse alla lettera!

 

chi è Alexander?

alexander-1-copiaNasce a Torino ed incontra la Magia all’età di dieci anni. Si dedica alla manipolazione, privilegiando in special modo quella con le monete. Dopo successi al Festival Internazionale della Magia di Saint Vincent e a Parigi, vince il primo premio nella categoria della manipolazione al Congresso mondiale della FISM. Il 3 ottobre 1976 debutta su Raiuno, nella prima serie di “Domenica in”. Ospite fisso di tutte le puntate, il suo successo è sbalorditivo, ed in quell’anno ottiene le copertine dei maggiori settimanali italiani. Nel 1981 debutta come autore e mattatore di una trasmissione articolata in quattro puntate nella serata più prestigiosa della settimana televisiva: sabato sera in prima serata su Raiuno. Il suo spettacolo “Zim Zum Zam”, condotto dal Teatro delle Vittorie e che vede come ospiti le più importanti star della musica internazionale è il primo grande “magic show” trasmesso su una rete nazionale, con un’audience media di 13 milioni di spettatori a puntata, e risulterà il varietà più seguito nel corso dell’ anno.

Negli anni a seguire Alexander divide il palcoscenico televisivo con numerosi artisti tra cui Raffaella Carrà, Sandra Mondaini, Tullio Solenghi, Carmen Russo, Paolo Bonolis e Heather Parisi.

Ma Alexander è anche un esperto di pickpocket, l’arte del furto e del borseggio. La sua destrezza è tale da essere chiamato a tenere corsi anti‐borseggio alle forze di Polizia; alcuni trucchi sono raccolti nel suo libro “Il manuale del borseggiatore”, scritto con il neuropsichiatra Matteo Rampin.

Appassionato studioso dei segreti della mente, Alexander ha anche ideato uno spettacolo dedicato alle neuroscienze intitolato “Sinapsi, ai confini del cervello”.

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