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Le buone pratiche dello Smart Working: 22 novembre a Milano e Roma
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Percorso ragionato all’adozione del lavoro agile

Dopo anni di esperienza sul campo con clienti e partner, Cisco ha identificato 6 elementi che, se considerati con la giusta attenzione, contribuiscono ad avviare con successo un progetto di smart working. La tecnologia gioca un ruolo fondamentale nel processo di digitalizzazione degli ambienti e, se banalizzata, può essere spesso la causa del fallimento del progetto.

Ci sono 3 errori riccorrenti che è facile incontrare e che, se non superati, vanificano un progetto di smart working. C’è l’errore legato alla definizione: lo smart working è spesso confuso con il telelavoro (che è lo spostamento, parziale o totale, della sede di lavoro presso l’abitazione del dipendente). C’è un errore che tocca gli spazi: non basta riempire lo spazio di lavoro con qualche elemento “fun” (un tavolo da ping pong, un biliardo ad esempio) per essere catalogate come aziende “smart”. E infine c’è un errore legato alla tecnologia: non è sufficiente distribuire laptop, web cam e altri accessori tecnologici per parlare di Smart Working.

Un “vero” progetto di Smart Working deve prendere in esame più elementi. Cisco ne ha identificati 6 e per tale ragione usa come metafora le 6 facce di un cubo di Rubik. Per realizzare il cubo nella sua interezza bisogna infatti lavorare su ogni faccia, altrimenti il rischio è di lasciarlo incompleto. Gli elementi identificati sono: le persone, gli spazi fisici, le attività e i processi, le tipologie di comunicazione, la user experience, le architetture.

È l’integrazione di questi sei aspetti, ciascuno con una sua specificità, che assicurano un progetto efficace e di qualità. Lo Smart Working è “un nuovo modello di organizzazione del lavoro fondato sulla restituzione alle persone di flessibilità e autonomia nella scelta degli spazi, degli orari e degli strumenti da utilizzare a fronte di una maggiore responsabilizzazione sui risultati.” (Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano)

È, quindi, un’evoluzione concettuale rispetto al telelavoro e l’enfasi è sul superamento della rigidità dei vincoli di orario e di luogo, a favore di una più matura relazione basata sui risultati e sulla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Avviare un cambiamento all’interno dei modelli tradizionali di lavoro ha il suo punto di partenza nelle persone. Parte dalla consapevolezza che, oggi, nelle aziende sono presenti gruppi di persone eterogenee per età, per funzioni, con approcci culturali diversificati, con competenze e abilità variegate nell’utilizzo delle nuove tecnologie, con un desiderio di conciliare vita professionale e privata più consapevole.

Lo Smart Working è una risposta intelligente a queste nuove esigenze: consente a ciascun gruppo di trovare il “proprio” personale modo di lavorare, quello più vicino alle proprie necessità e predisposizioni. È un potente strumento di inclusione e attrazione di nuovi talenti che offre opportunità a tutti rispettandone la diversità. Per quanto riguarda gli spazi fisici, il punto fondamentale è la capacità di dotare gli ambienti di lavoro di un’estensione digitale che permetta a persone remote di partecipare e lavorare attivamente anche se non sono fisicamente presenti in ufficio.

Uno strumento particolarmente utile per capire questa nuova dimensione degli spazi fisici è il portale interattivo Cisco Project Workplace: un sito che aiuta le aziende a interrogarsi sulle proprie esigenze e a scoprire le architetture Cisco che uniscono software e hardware e connettono ambienti fisici con il cloud. Tornando alle persone, un altro tema importante da considerare è legato alla user experience di chi dovrà utilizzare le nuove tecnologie adottate. La tecnologia deve assicurare all’utente semplicità e continuità rispetto alla sua normale attività lavorativa permettendogli di muoversi tra un luogo di lavoro e l’altro (casa, ufficio, auto ecc.) e da un dispositivo all’altro (dallo smartphone al grande schermo di una sala riunioni attrezzata) con assoluta facilità e continuità. È importante avere sempre piena consapevolezza di tutte le attività interessate dallo Smart Working e delle relative forme di interazione per poter migliorare alcuni processi e individuare modelli operativi più efficienti.

Alcune domande alle quali è necessario rispondere sono: Quali tipologie di comunicazione devo indirizzare? Relazioni con fornitori esterni? Comunicazione interna? Meeting tra piccoli gruppi? Consigli di amministrazione? Remote expert?
Streaming pubblico o privato? Ciascuna delle modalità di interazione sopra citata ha specifiche soluzioni hardware e software dedicate. È volontà di Cisco quella di creare ponti di collegamento e piattaforme aperte per abbattere le barriere e soddisfare realtà che fanno dello Smart Working un vero e proprio punto di forza.

Si parlerà di Smart Working e di come gli strumenti di collaborazione migliorano il modo di lavorare giovedì 22 novembre insieme agli esperti Cisco e ai suoi Partner strategici. Per scoprire di più cliccare qui

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