EY studia il futuro della mobilità: le sfide di car sharing, elettrico e ibrido
EY INNOVAZIONEPRIMO PIANO 15 Maggio 2018 digitalvoice

Oltre il 10% del Pil: tanto vale, oggi, l’industria della mobilità, con l’automotive a giocare ancora un ruolo importante ma in uno scenario in evoluzione: dal concetto di possesso ci si sposta verso quello di servizio (l’auto di proprietà costa di più in relazione al reddito e aumentano i player di car sharing e pooling), cresce l’intermodalità e le nuove tecnologie sono sempre più accessibili.
Quello che è certo è che l’esigenza di mobilità non farà che aumentare, nel 2050 oltre il 60% della popolazione mondiale vivrà in centri urbani e triplicheranno i passeggeri che si muovono nel mondo. Come affrontare dunque al meglio le sfide e quali sono le esigenze da risolvere?
A un settore da 200 mld di euro sta guardando con interesse EY, che ha lanciato il primo EY Mobility Think Tank: “Abbiamo voluto riunire intorno a un tavolo trentacinque aziende e amministratori delegati, per osservare e analizzare le esigenze del mercato e del consumatore, e avanzare le nostre proposte operative”, ha commentato Paolo Lobetti Bodoni, Med Automotive & Transportation Leader di EY. Saranno presentate per la prima volta il 22 maggio a Milano all’evento “La Mobilità del Possibile – proposte per l’Italia”.
Ma intanto qual è la fotografia attuale? Secondo la ricerca condotta da EY su un campione di 1500 consumatori, gli italiani preferiscono (ancora) la propria auto, ma sono aperti alla sharing mobility (anche se, a fronte di un 19.4% di italiani che ha usato almeno una volta il car sharing, solo il 2% lo utilizza in maniera continuativa. Due su tre si spostano con l’auto privata (il 73,3% la preferisce per i propri spostamenti extra-professionali), ma uno su due la vorrebbe ibrida o elettrica.
Proprio queste due ultime forme innovative sembrano custodire un potenziale inespresso: Il 50% degli interpellati da EY nella propria ricerca si sposterebbe verso una delle due tipologie se dovesse cambiare l’auto nei prossimi tre anni, ma al momento le immatricolazioni si fermano solo al 3,4%.
Comodità, libertà e velocità sono i tre driver principali che incidono nella scelta del mezzo, segno che il focus si sta spostando dallo spazio al tempo e a come “impiegarlo”, mentre il fattore economico è solo quinto.
Ma quali sono gli scenari del prossimo futuro e quanto sarà cruciale la tecnologia? Nel 2020 si stima che l’80% delle auto vendute in Italia sarà connessa e capace di scambiare dati con l’esterno. E a livello globale entro quest’anno si parla di 21 mld di dollari di investimenti in startup che offrono servizi di mobilità. La parola d’ordine dev’essere sempre di più ecosistema: “per l’Italia sarà fondamentale costruire un modello di gestione del nascente ecosistema multiplayer”, sottolinea Donato Iacovone, EY Managing partner MED Italy, Spain & Portugal, “come anche sviluppare nuove forme di fiscalità che rispondano alla trasformazione delle abitudini di consumo e creare maggiore collaborazione tra settore pubblico e private”.
Nella foto d’apertura Donato Iacovone, EY Managing partner MED Italy, Spain & Portugal