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Come cambia il turismo con i social network
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L’associazione Skal ha organizzato un incontro di formazione sul tema

 

Tra le sfide del XXI secolo c’è di sicuro, per chiunque voglia fare una virtuosa comunicazione d’impresa, l’uso dei social network, grazie ai quali il turismo è cambiato offrendo nuove opportunità di profitto, a patto che si sappia come usarli. Poiché tra i principali scopi di un’associazione di imprenditori c’è quello di fare squadra per comprendere e affrontare al meglio le rivoluzioni i un’epoca, Skal per fare il punto sul tema ha organizzato un appuntamento a Roma, nella sede dell’Anpa in via Orazio, con gli esperti Giada D’Aleo, social media marketing Luxury Hotels & Restaurants, Paolo Bartolozzi, Ceo HotelGoGo Inc – SPA, Francesca Andrisani, sales & marketing manager Hard Rock International, moderati da Tito Livio Mongelli, amministratore unico Galileo.it S.r.l e Sistemi Innovativi S.r.l.

 

Secondo lo studio Nielsen ‘Connected Commerce’ dello scorso novembre 2018, infatti, il settore dei viaggi è quello che più invoglia l’utente a cercare su Internet. Il 52% dei viaggiatori utilizza i social media non solo per la scelta della propria destinazione, ma anche per la condivisione dell’esperienza una volta arrivati in loco. Le aziende turistiche si devono dunque dotare di specifiche strategie di marketing con personale dedicato e dalle peculiari competenze, affinché i feedback in tempo reale garantiti dalla rete possano giovare alla visione sul lungo termine, facendo impostare o ridefinendo azioni e campagne ad hoc.
Gli esperti si sono soffermati su vari aspetti di un tema così ampio e l’esperienza concreta di uso dei social in una realtà internazionale come Hard Rock ha mostrato i vantaggi e i limiti tipici dell’operatività.

 

Innanzitutto occorre partire dai dati, illustrati da Giada D’Aleo: su oltre 7 miliardi di persone che compongono la popolazione mondiale di qualsiasi età, più di 3 miliardi è sui social network. Facebook è quello più usato al mondo, vantando oltre 2,2 miliardi di utenti, e ogni giorno vi si connettono in media 1,5 miliardi di persone. YouTube, che a Facebook appartiene, ha 1,9 miliardi di utenti al mese e oltre 30 milioni di utenti al giorno, con 19 ore al mese di fruizione nella fascia anagrafica che va dai 18 ai 34 anni. Instagram ha raggiunto il miliardo di utenti attivi nel periodo che va da gennaio 2013 a giugno 2018, con 400 milioni di utenti al giorno, e LinkedIn, in espansione, ha 590 milioni di utenti al mondo, mentre Twitter, in forte calo, ne registra 326 milioni al mese.

 

“I social network forniscono le piattaforme pubblicitarie più interessanti per le aziende turistiche grazie alla profilazione, molto più avanzata rispetto a quella dei motori di ricerca – ha spiegato Bartolozzi – I costi per click sono più interessanti e hanno una conversione più alta rispetto a Google, però se il target non è profilato correttamente, il contenuto del link non è afferente e il costo dell’offerta non è congruo, si hanno click e rimbalzi, vanificando gli sforzi pubblicitari. I social, quindi, vanno usati secondo linee guida contrattuali, si evolvono nel tempo e chi scrive deve aggiornare costantemente il prodotto per generare nuovo interesse. Le nuove tecnologie, l’Intelligenza Artificiale, le acquisizioni e fusioni, inoltre, sono fattori da considerare per valutare nel tempo la congruità di utilizzo rispetto alle esigenze aziendali, perché anche i social cambiano nel tempo. Soggetti alla privacy, il loro utilizzo dipende dall’azienda turistica che produce contenuti, profila gli utenti e fa campagne pubblicitarie. Bisogna perciò fare sempre attenzione – ha concluso Bartolozzi – a GDPR e a termini e condizioni sul sito”.

 

Nella Foto i membri dell’associazione Skal alla fine dell’incontro

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