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Agricoltura 4.0: a Ferrara il digitale è nei campi
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Il pezzo sui droni applicati all’agricoltura pubblicato nel numero di ottobre ha fatto notizia, ed è giunta in redazione una segnalazione dell’uso intensivo del Digitale in Bonifiche Ferraresi, azienda italiana attiva nella coltivazione e commercializzazione di prodotti agricoli.

L’azienda è di proprietà di BF Holding S.p.A., una NewCo costituita da una cordata di investitori privati, che ne ha acquisito nel giugno 2014 da Banca d’Italia la quota di maggioranza, con l’obiettivo di trasformare la società in un polo agricolo europeo di eccellenza per dimensione, capacità produttiva e qualità dell’offerta, mantenendola quotata in Borsa.

L’azienda, in fase di crescita e sviluppo, conta ad oggi un patrimonio di circa 5.500 ettari, affermandosi come il primo proprietario terriero in Italia.
I terreni di Bonifiche Ferraresi sono destinati a coltivazioni di riso, mais, grano duro e tenero, orzo, barbabietole da zucchero, erba medica, girasole, soia, orticole, piante officinali e frutta.

Parliamo di Agricoltura 4.0 con Federico Vecchioni, Amministratore Delegato dell’azienda.

Non solo droni per l’agricoltura del futuro, ma certamente un uso intensivo di tecnologie e soluzioni digitali.

Certo i droni sono una componente complementare tre le soluzioni innovative per l’agricoltura di precisione che Bonifiche Ferraresi utilizza per sviluppare il concetto di sostenibilità nel senso più concreto del termine.

Ma non bastano. Ad esempio, tra le procedure agrotecniche, noi abbiamo anche georeferenziato tutti i nostri 5.500 ettari di Sau (ndr: Superficie Agricola Utilizzata), ed utilizziamo le mappe satellitari in parallelo all’utilizzo dei droni. È di significativa importanza, inoltre, il concetto di “software aziendale” che abbiamo presentato in collaborazione con John Deere e il CNR all’EIMA 2016. Per software intendiamo una piattaforma tecnologica che mette a sistema tutte le fasi operative dell’agricoltura di precisione, una vera e propria metodologia di lavoro, un processo di azioni che unisce tutte le fasi in campo dell’Agricoltura 4.0.

Quali competenze sono necessarie in aggiunta ai dovuti investimenti?

Sicuramente nuove figure professionali che siano in grado di far coesistere la preparazione agronomica con l’informatica e la biochimica. È importante investire nella formazione di tali figure professionali che prima erano assenti sul mercato, ma che oggi si rendono indispensabili per divulgare queste tecniche agricole. Tra le attività che Bonifiche metterà in campo per la divulgazione di questo Know How vi sarà anche un team operativo che, in collaborazione con i Consorzi Agrari, si dedicherà anche alla formazione di figure dedicate all’utilizzo, alla trasmigrazione e all’inserimento di dati agronomici per le mappe di prescrizione che rappresentano lo strumento operativo dell’agricoltura di precisione, sia per le semine che per le coltivazioni.

Per raggiungere quest’obiettivo, Bonifiche Ferraresi sta investendo anche nella costruzione del primo campus universitario in campo a Jolanda di Savoia, che sarà il trampolino educativo per cambiare la mentalità e le attitudini del vecchio settore primario italiano, contribuendo alla formazione dei tecnici e manager agricoli del futuro.

Quali risultati raggiunti ed attesi?

L’obiettivo di Bonifiche Ferraresi è quello di affermare un innovativo modello di agricoltura finalizzato a trasformare la società in un polo agricolo europeo di eccellenza per dimensione, capacità produttiva e qualità dell’offerta attraverso il presidio dell’intera filiera agricola, industriale e distributiva, facendo leva anche su un proprio marchio di commercializzazione. Al centro di tutto troviamo un utilizzo più razionale di tutte le risorse necessarie, dall’acqua alle sementi, dai fertilizzanti ai trattamenti richiesti.

Sono già stati raggiunti risultati importanti come una significativa riduzione dei costi, un efficientamento delle produzioni, un miglioramento della fertilità dei terreni. In particolar modo tramite la filiera zootecnica (progetto in corso d’opera) sarà possibile avere annualmente 1.000 ettari concimati con sostanza organica e quindi ottenere nell’arco triennale un apporto tale da poter sostituire la chimica di sintesi. È un processo che mira ad ottimizzare le rese, ma sempre in un’ottica sostenibile. Nella strategia anti spreco, ben tradotta dal dialogo tra tecnologia dei macchinari e terra, sono spariti anche i fossi di scolo, la distesa di campi non conosce interruzioni e la distribuzione dell’acqua spetta ai ranger, strumenti che permettono un utilizzo specifico della risorsa idrica.

La Digital Technology diventa quindi un elemento chiave per il raggiungimento di questi obiettivi.

 Con quali Partner si fa l’agricoltura digitale?

Il ruolo delle multinazionali tecnologiche specializzate nel settore agricolo è importante, partendo dal presupposto che l’agricoltura di precisione parte dall’utilizzo di macchinari altamente tecnologici.

Rimane però necessario avere un software aziendale, come lo abbiamo descritto poc’anzi, poiché l’agricoltura deve mantenere sempre sia una propria autonomia nei confronti dei diversi stakeholders, sia una sua specificità in linea con le peculiarità del territorio nel quale si opera e si inseriscono le innovazioni.

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