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Trivabus, la sharing economy viaggia su strada
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Prima che un portale e una startup, un’opportunità offerta dalla sharing economy in un’ottica win-win. Trivabus è la prima piattaforma operativa in Italia che aggrega le cosiddette “percorrenze a vuoto”, mettendole a disposizione di chi vuole muoversi in Italia e all’estero in modo sostenibile ed economico.

“Tutto è iniziato con EurobusNetwork, bus operator attivo da oltre dieci anni nel settore – ha spiegato Vito Mirko Greco, amministratore delegato e founder di Trivabus – Facciamo leva su un consolidato network di circa 1.000 compagnie affiliate e un parco bus di 5mila unità per creare una soluzione vantaggiosa per tutti: fornitori che vogliono ampliare il loro business e vedono i bus al rientro dei tour viaggiare vuoti, viaggiatori attenti alle tariffe, come per esempio gli studenti fuori-sede o i pendolari e infine, non meno importante, l’ambiente, che beneficerà dell’ottimizzazione dei coefficienti di riempimento in termini di emissioni CO2”.

Attraverso un software interno, EurobusNetwork ha fatto incontrare le disponibilità di posti nei bus con le comunicazioni della fine dei tour, dopo i quali le macchine tornano a destinazione praticamente vuote.

“Un’iniziativa che ci ha consentito un incremento di fatturato del 30% annuo dal 2009 al 2016, ma il 70% delle tratte tornava ancora a vuoto, ecco perché il passo ulteriore di Trivabus”. Il risparmio per l’utente finale può arrivare al 90%, ma chiaramente spetta al consumer consultare le disponibilità che, per il 10%, coincidono con la possibilità di viaggiare pagando 0,99 centesimi per tratte di centinaia di chilometri.

 “Un restante 10% dei posti – ha continuato Greco – viene venduto a 2,99 euro e per tutti quelli rimanenti Trivabus assicura comunque il prezzo più basso sul mercato grazie ad un algoritmo che analizza i costi delle tratte ‘concorrenti’ disponibili online”.

A giovare di questa startup saranno soprattutto le regioni del Sud ma anche Abruzzo e Marche, territori che scontano una mancanza di collegamenti, soprattutto ferroviari, a seguito dell’Alta Velocità e del conseguente taglio degli Intercity e dei treni a lunga percorrenza e regionali, con un incremento del prezzo medio dei biglietti.

Naturale dunque l’entusiasmo con il quale la startup è stata accolta dagli studenti rappresentati da Mario Donadio, coordinatore dell’associazione studentesca Vento di cambiamento, il quale ha definito Trivabus un “progetto rivoluzionario”, visto che in tre click consente di abbattere dal 30 al 90% i costi degli spostamenti: si parla di cifre che vanno dai 400 ai 600 euro all’anno, un budget importante che può essere impiegato in altro. “Il sito è responsive, cioè progettato per qualunque dispositivo, ma con l’aumentare degli utenti pensiamo di sviluppare un’App”, ha concluso Greco. A questo punto non resta che provare per credere all’indirizzo www.trivabus.com.

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