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Presentato il Rapporto 2017 sulla filiera delle Tlc in Italia
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Nel 2016 gli operatori di telefonia fissa e mobile hanno investito 6,5 miliardi di euro, imprimendo un’accelerazione all’infrastrutturazione del territorio italiano con le reti a banda ultra larga che sta continuando anche nel 2017 e che sta consentendo di colmare il gap con gli altri Paesi europei. A fine giugno di quest’anno è stato infatti raggiunto circa il 70% delle abitazioni famigliari con banda larga fissa superiore a 30 Mbps, livello di copertura in rapido aumento (era circa il 60% a dicembre 2016) e in avvicinamento alla media europea (76% a luglio 2016, secondo i dati della commissione europea). Sul fronte della rete a banda ultra larga mobile, l’Italia vanta un tasso di copertura tra i più elevati in Ue e comunque superiore alla media europea.

A giugno 2017, infatti, la rete 4G risultava accessibile al 97% della popolazione italiana, secondo quanto riportato da GSMA. Per quanto riguarda i ricavi dell’intera filiera Tlc, nel 2016 sono giunti complessivamente a 42,6 miliardi di euro, registrando un leggero incremento pari all’1%: questo è stato trainato dalle Tlc mobili (+2%) e dalle vendite di terminali (+3%), mentre continua il segno meno per le Tlc fisse (-1%).

E’ questo il quadro sintetico offerto dal Rapporto 2017 sulla filiera delle Tlc, elaborato dagli Osservatori Digital Innovation della School of Management del Politecnico di Milano sulla base dei dati forniti dalle imprese associate ad Asstel e d’intesa con le Parti Sociali. Il Rapporto, che costituisce un elemento di valore nell’ambito del Contratto Collettivo Nazionale di lavoro per il personale dipendente da imprese esercenti servizi di Telecomunicazioni, è stato diffuso questa mattina a Roma dal Vice Presidente di Asstel Francesco Micheli insieme ai Segretari Generali di Slc-Cgil, Fabrizio Solari, Fistel-Cisl, Vito Vitale, Uilcom-Uil, Salvatore Ugliarolo.

Per il secondo anno consecutivo, dopo un lungo periodo di dinamiche fortemente negative, la filiera delle Tlc ha registrato un incremento dei ricavi, seppur di misura molto contenuta, pari all’1%. Allo stesso tempo gli investimenti degli operatori telefonici si sono mantenuti elevati, dell’ordine del 20% dei ricavi, incidenza media superiore a quella degli operatori dei principali paesi europei. Prima che per il settore, questo è un segnale positivo per il Paese, che trova nelle Telecomunicazioni la piattaforma abilitante per fare il grande salto verso la trasformazione digitale. – ha affermato il Vice Presidente di Asstel Francesco Micheli (NDR – che qualche giorno dopo ha lasciato l’incarico, in concomitanza con la sua uscita da TIM) che ha aggiunto – “A questo grande sforzo di investimenti per dotare il Paese di reti Tlc di nuova generazione, deve corrispondere un altrettanto significativo impegno per incrementare la domanda di banda ultra larga fissa e mobile, in modo da portare l’Italia a livelli di utilizzo paragonabili a quelli dei principali Paesi europei. Il piano Industria 4.0 rappresenta senza dubbio un passaggio importante e di successo in questa direzione, ma va visto come apripista per ampliare il fronte del digitale al resto dell’economia e della società. Oggi è prioritario accelerare sui programmi di digitalizzazione della PA, della sanità, della scuola, sull’aggiornamento ed evoluzione delle competenze, sullo sviluppo dei pagamenti elettronici e dell’e-commerce. Non solo per assicurare ritorno agli investimenti pubblici e privati, aumentando quindi le risorse disponibili per l’infrastrutturazione, ma soprattutto per consolidare e potenziare i segnali di ripresa dell’economia attraverso le nuove opportunità offerte dall’innovazione tecnologica”.

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