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Lenovo e i progetti di supercomputing per aiutare le imprese a Big Data e AI
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Anche Lenovo è in prima linea nello sviluppo di prodotti e tecnologia a supporto dell’intelligenza artificiale. La punta di diamante è rappresentata dall’ambito dei data center, sul quale il gruppo cinese vanta un’esperienza di primo piano.

“Gli istituti di ricerca e le università sono in prima linea, ma anche le imprese hanno l’opportunità di utilizzare la tecnologia per avere un impatto positivo sulla società e contribuire al bene comune”, si legge in un comunicato diffuso dalla società, in occasione della presentazione avvenuta a Milano il 12 luglio, da parte del country manager, Alessandro de Bartolo. Per questo, con la sua esperienza a supporto di progetti di supercomputing, Lenovo aiuta le imprese a utilizzare Big Data e Intelligenza Artificiale in maniera semplice ed efficiente. Secondo Lenovo, i robot non ci ruberanno necessariamente il lavoro, e la nostra privacy non sarà per forza violata, ma piuttosto cambieranno i nostri lavori e ne creeranno di nuovi. Questo processo è ciò che Lenovo chiama Augmented Intelligence: le informazioni derivanti dalla tecnologia AI vengono utilizzate per assistere il genere umano e incrementare la nostra produttività.

Lenovo fornisce l’infrastruttura hardware di importanti data center. L’ultimo esempio è Cresco 6, il supercomputer installato presso l’Enea di Portici, un sistema integrato composto da ThinkServer SD530, della famiglia di prodotti Lenovo ThinkSystem. CRESCO6 nasce da una collaborazione fra ENEA e Cineca. Il nuovo supercomputer contribuisce con la sua potenza di calcolo alla ricerca sul clima, allo studio di nuovi materiali, alla simulazione di sistemi complessi per la generazione di energia con basso impatto ambientale, a simulazioni per la gestione delle infrastrutture critiche, a studi biotecnologici e di chimica computazionale, di fluidodinamica applicata al settore della combustione e allo sviluppo di codici per la fusione nucleare. Inoltre CRESCO6 fornisce alcuni servizi di calcolo a Eurofusion, la comunità che studia la fisica della fusione nucleare nell’ambito del progetto ITER – International Thermonuclear Experimental Reactor – un progetto internazionale che si propone di realizzare un reattore a fusione nucleare di tipo sperimentale, in grado di produrre più energia di quanta il processo ne consumi per l’innesco e il sostentamento della reazione di fusione. La realizzazione di CRESCO6 rientra nell’ambito del più articolato progetto Marconi, realizzato da Cineca nel 2016, e arriva al culmine di un percorso iniziato da ITER per l’acquisizione di servizi di calcolo finalizzati a raccogliere dati sulla fisica del plasma. CRESCO6 è infatti parte del centro di calcolo Marconi allestito da Cineca, dal 2017 nella top 20 dei supercomputer più potenti al mondo.

Alessandro de Bartolo, Country General Manager per l’Italia di Lenovo Data Center Group, ha commentato: “Siamo molto soddisfatti di proseguire la nostra collaborazione con Cineca ed ENEA, che aveva visto Lenovo già protagonista nella realizzazione del progetto Marconi. La prima implementazione era partita a Bologna nel 2016 ed è proseguita nel suo piano di aggiornamenti successivi fino ad arrivare all’attuale implementazione, che ora va a potenziare significativamente l’infrastruttura CRESCO di Portici. Con CRESCO6, le tecnologie di Lenovo vanno a potenziare ulteriormente le capacità di ricerca scientifica, teorica e applicata, consentendo all’Italia di dare il proprio contributo nello sforzo per risolvere le sfide più importanti dell’umanità”.

CRESCO6 è oggi l’infrastruttura di calcolo più potente del Sud Italia e uno dei più importanti centri di calcolo dell’intero panorama scientifico italiano, grazie ad una potenza di calcolo massima di circa 700 TeraFlops. CRESCO6 è basato sulla tecnologia Lenovo ThinkSystem ed è formato da un cluster di Lenovo ThinkServer SD530 ad alta densità, equipaggiati con processori Intel Skylake di ultima generazione e interconnessioni ad alte prestazioni Intel Omnipath. L’architettura del nuovo supecomputer è simile, seppure su scala più ridotta, a quella della terza partizione del Cluster Marconi installato al Cineca, consentendo l’integrazione di alcuni servizi su scala geografica.

 

 

Ma sono molti gli esempi di impiego di tecnologie di supercomputing targate Lenovo. L’Università di Birmingham (UK), usando un supercomputer Lenovo è riuscita ad identificare le origini del virus Zika. Questo innovativo supercomputer, con bassi costi di raffreddamento, aiuta la ricerca scientifica a far fronte a epidemie mondiali. Vestas, azienda danese leader mondiale nel settore dell’energia eolica, utilizza capacità avanzate di analisi dei dati e simulazione per collocare meglio le turbine eoliche allo scopo di ottenere una produzione ottimale di energia pulita. Il flusso delle analisi dei dati e delle simulazioni viene infatti trasformato in informazioni per ottimizzare l’energia eolica sostenibile. Altro esempio il BSC (Barcelona Supercomputing Center): usando nodi Lenovo ThinkSystem SD530, dotato di processori Xeon Platinum Intel, il BSC ha potuto effettuare la sua ricerca sulla leucemia linfatica cronica (LLC). Analizzando 20.000 geni, BSC ha poi isolato le mutazioni di LLC in quattro geni, consentendo una comprensione più ampia di questa malattia e la ricerca di possibili terapie.

Usando server Lenovo per cluster a elevata potenza di calcolo, SciNet (consorzio di ricerca fondato dall’Università di Toronto con alcuni ospedali canadesi) vanta scoperte in campi quali l’astrofisica, le scienze biomediche e la climatologia. Con il supercomputer Lenovo, denominato Niagara, alimentato con i più recenti processori Intel Xeon Scalable, il cluster ha ottenuto prestazioni 10 volte maggiori rispetto al suo predecessore, pur utilizzando solo i due terzi dell’energia. Gli scienziati stanno usando Niagara per indagare su carburanti alternativi, con l’obiettivo di ridurre l’inquinamento e rendere più efficiente la produzione di energia.

Negli Usa, la North Carolina State University lavora con Lenovo per fornire agli agricoltori le previsioni di future condizioni di siccità dando loro gli strumenti per agire di conseguenza. Usando il Lenovo AI Innovation Centre, la NCSU è stata in grado di superare i limiti della ricerca geospaziale e analizzare al meglio gli effetti del cambiamento climatico.

L’University College di Londra sta ricostruendo eventi di collisione di particelle ad alta energia da esperimenti effettuati al Large Hadron Collider (LHC) del CERN, l’acceleratore di particelle più grande e potente al mondo. Questo lavoro è fondamentale per comprendere come la materia si sia trasformata e le origini dell’universo. Lenovo aiuta i ricercatori di UCL a applicare l’intelligenza artificiale per ricostruire le traiettorie delle particelle, utilizzando immagini provenienti dal LHC Collider molto più efficientemente rispetto ai metodi tradizionali.

Per finire, il Leibniz-Rechenzentrum (con sede a Monaco di Baviera) è un centro di supercomputing che collabora con Lenovo per ridurre i propri consumi energetici. L’utilizzo dell’innovativo sistema di raffreddamento ad acqua di Lenovo per canalizzare acqua non refrigerata direttamente verso la CPU ha permesso al LRZ di ridurre i propri consumi energetici del 40% senza sacrificare la potenza di calcolo.

 

Nella foto, Alessandro de Bartolo country manager Lenovo Italia

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