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Italtel, un mondo di progetti e sfide
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Intervista a Luca Ferraris, responsabile Strategy, Innovation & Communication di Italtel, che traccia una panoramica delle sfide con le quali si misura l’azienda.

Italtel, attiva su diversi fronti, lavora per interfacciarsi al meglio con una società liquida, secondo un’espressione ormai usuale, e dal bisogno di reti sempre più dinamiche per contenuti dal numero crescente, veicolati da un’utenza perennemente connessa.

Quali sono i progetti su cui state lavorando?

Nell’ambito del programma Horizon 2020, partecipiamo al progetto europeo sulle small cells Sesame, che si concluderà entro dicembre 2017 e ci vede tra i promotori. Sempre in ambito 5G, poi, vantiamo la vittoria dei progetti europei 5G City, 5G Essence e Matilda. Sviluppiamo poi progetti anche per realtà worldwide come Cisco, con la quale vantiamo una solida partnership e che ha messo a catalogo il nostro prodotto Netwrapper, che sviluppa i servizi sulla rete mantenendo intatte le caratteristiche di quest’ultima, in un processo di armonizzazione e adattamento dinamici della rete stessa alle esigenze delle applicazioni. In una competizione ormai globale, se si vuole rimanere sul mercato la differenza si gioca sul valore aggiunto. Non si può gareggiare sul prezzo, soprattutto se dall’altra parte ci sono competitor orientali che su questo parametro rischiano di vincere. Le reti moderne devono essere sempre più multiformi, elastiche e flessibili; ci servono, sono strumento essenziale che deve essere improntato al massimo dinamismo. In quest’ottica, il 5G si colloca in una linea evolutiva del concetto di rete.

Possiamo parlare di filosofia delle reti, quindi?

Certo, ed è tale nel momento in cui fa incontrare esigenze molto diverse, quindi più bande e il bisogno di intercettare, per esempio, i trend dell’IoT, per cui è necessaria una rete capillare nonché una latenza molto bassa, cui si aggiunge il throughput, in un insieme di elementi spesso in competizione l’uno con l’altro. E’ in atto una sperimentazione in ambito 5G nel 2018 ad opera del Mise, che ha indetto un bando in corso per tre cluster: del Nord, che riguarda Milano; del Centro, che comprende Prato e L’Aquila; del Sud, che coinvolge Matera e Bari. La nostra partecipazione, con Cisco e Tim, riguarda tre servizi: la Sanità digitale, con la possibilità di monitorare i malati cronici grazie a tablet muniti di applicazioni atti a mantenerli in contatto con gli ospedali e realtà wearable che consentano di raccogliere i dati dei pazienti in un monitoraggio utile a evitare il ricorso superfluo al pronto soccorso; i video per eventi legati a realtà molto affollate, quali stadi o fiere, che richiedono consumo di banda e bassa latenza: in questo senso l’ottica è quella di sviluppare l’edge computing contrapponendolo al cloud, cui ricorrere in un secondo momento, creando delle mini-reti più potenti con un nuovo modello di data center periferico che risulti munito di applicazioni da accendere o spegnere alla bisogna; e ancora, Industria 4.0, nella logica di sicurezza del lavoratore nell’immediato e di tutela della sua salute sul lungo periodo grazie ad applicazioni indossabili.

Un futuro dall’innovazione costante, quindi?

Non solo costante, ma a tutto tondo. Grazie a Team Open Innovation si crea un ecosistema con Partner industriali e legati al mondo dell’Università e della Ricerca, in un rapporto win-win tra idee nuove in ambito start up, una realtà solida come la nostra e il contatto con Clienti con visione manageriale. Team Open Innovation rappresenta un programma di sinergia che ci vede trait d’union tra vari mondi e in effetti ha la propria declinazione maggiore proprio nella relazione con le start up, che spesso hanno bisogno di un know-how che permetta di rendere le loro intuizioni ‘spendibili’ a livello industriale.

 

Nella foto

Luca Ferraris, responsabile Strategy, Innovation & Communication di Italtel

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