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Difesa pronta, ma cittadino va sensibilizzato Difesa pronta, ma cittadino va sensibilizzato
  Maurizio La Puca, Vice Comandante Stato Maggiore della Difesa – Comando Interforze Operazioni Cibernetiche Sulla cyber security un passo decisivo è stato fatto... Difesa pronta, ma cittadino va sensibilizzato

 

Maurizio La Puca, Vice Comandante Stato Maggiore della Difesa – Comando Interforze Operazioni Cibernetiche

Sulla cyber security un passo decisivo è stato fatto dal governo Monti, che approvò una legge nel 2013. “Nel disposto di questa legge, soprattutto la Difesa si doveva dotare di un unico strumento in grado di fornire gli elementi essenziali di formazione al personale, magari aprendolo anche ad altre realtà – ha dichiarato Maurizio La Puca, Vice Comandante Stato Maggiore della Difesa – Comando Interforze Operazioni Cibernetiche -. Questo è stato fatto, in quanto la Scuola delle Telecomunicazioni di Chiavari si è riorganizzata. Già in precedenza, la Scuola organizzava una serie di corsi di formazione nel semplice settore informatico ICT; ora ha preso anche la parte della sicurezza ICT, erogando corsi che vanno dalla parte base di strumenti e servizi delle procedure di sicurezza fino ad alcuni elementi più eclettici nel settore della cyber security”.

Per quanto concerne quest’aspetto, la Scuola ha aperto le sue porte ad altri dicasteri. Vi partecipano attivamente il ministero degli Interni nei suoi dipartimenti come, ad esempio, quello di Polizia, il Maeci, l’università di Genova, territorialmente vicina e che fornisce la componente docente. “C’è grosso scambio di ricerca da parte dei laboratori anche per quanto riguarda i test di simulazione – ha proseguito La Puca -. Vi è in corso, inoltre, la creazione di un Cyber Range, cioè un campo di battaglia cibernetico dove vengono create condizioni per attacchi e difese. In questo settore è molto attiva l’università e quella di Roma Tor Vergata ha la sua considerevole interazione. Il settore di formazione, come infrastruttura, è pronto e sta già erogando corsi in tal senso”.

A livello istituzionale, insomma, il dettato di legge è stato seguito, ma il cittadino e la sua sensibilità in ambito cyber security sono terreni da fertilizzare. “L’efficacia degli strumenti è maggiore se l’utente è più consapevole. Il paradigma è organizzazione, formazione e tecnologia, che non a caso è l’ultimo step – ha commentato La Puca -, perché in assenza delle prime due non c’è né efficienza, né sicurezza. Spesso il cittadino non riesce a percepire a cosa conduca un’azione quale la semplice configurazione standard di un telefono cellulare che porta a dare inconsapevolmente informazioni autorizzate utili non solo al marketing, ma anche a chi potrebbe voler intraprendere azioni lesive, soprattutto nei confronti di persone di un certo rilievo”.

La Puca ha auspicato quindi una partecipazione più estesa del Miur per una maggiore conoscenza del fenomeno digitale, che può aiutare lo Stato a proteggere al meglio il cittadino: “La Difesa svolge il suo ruolo, però in una squadra che dev’essere composta da elementi partecipanti delle Pubbliche Amministrazioni, delle Istituzioni, magari anche dei grandi operatori. Il cittadino dev’essere responsabilizzato perché prima era spettatore, ora è attore”. Una differenza non da poco. Altro protagonista presente e futuro è il cloud: “La Difesa si sta strutturando sul concetto di resilienza, prevista all’interno del piano di sicurezza cibernetica nazionale. Stiamo avviando un progetto su base di tecnologie attuali per un servizio che può attuarsi sui siti a seconda del funzionamento del cloud provato. Quindi, laddove il sito 1 ha avuto problemi, il cloud realizza un servizio di copia di tutto sul sito numero 2 messo a sistema con il sito 1 e non mediante la sua semplice replica, come invece si faceva prima”. La Puca ha poi parlato di territorialità, “un concetto che va definito bene”. Il territorio cibernetico, privo di confini, potrebbe essere oggetto di accordi da parte di comunità internazionali su quanto è illecito, per perseguirlo con continuità d’azione.

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