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Boccia, Confindustria : “le opportunità del digitale“
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Il Presidente di Confindustria, VincenzoBoccia, durante l’assemblea generale tenutasi a Roma davanti a circa 3mila imprenditori,  ha auspicato nuove  relazioni industriali coi sindacati per aumentare le retribuzioni con l’aumento della produttività.. Secondo Boccia la competitività va giocata dentro e fuori la fabbrica aprendo il capitale all’esterno e modernizzando la governance.

L’assemblea è iniziata con un minuto di silenzio per le vittime dell’attentato di Manchester; erano presenti, tra gli altri, i ministri Padoan, Calenda, Minniti, Madia, Poletti, Franceschini e Galletti.

In merito al rinnovamento del settore produttivo , Boccia ha affermato: “ Puntavamo ad un progetto organico di politica industriale che avesse l’ambizione di rinnovare il nostro sistema produttivo. Così è stato: a settembre l’Esecutivo ha lanciato il “Piano nazionale Industria 4.0”. Un pacchetto di strumenti coerente con la nostra idea di politica economica, incentrata sui fattori e basata su interventi automatici, che prescindessero da settori, dimensioni aziendali, luogo o forma giuridica.

 Il successo di questa misura è dimostrato dalla grande partecipazione degli imprenditori – oltre 10mila in pochi mesi – ai roadshow di Confindustria sulle opportunità del digitale. Ora stiamo lavorando a un altro pilastro del Piano: la rete dei Digital Innovation Hub e dei Competence Center. Non si tratta di creare qualcosa dal nulla, ma di mettere in rete il patrimonio di innovazione che già esiste tra università, parchi scientifici e poli tecnologici. L’obiettivo è far crescere il numero delle imprese eccellenti, che operano dalla meccanica all’elettronica, dall’alimentare alla chimica, dal tessile alla farmaceutica. Grandi e piccole, al Nord come al Sud.

 L’affermazione delle reti di impresa, quasi 4mila con oltre 15mila aziende coinvolte (+31% nell’ultimo anno), sempre più legate a Industria 4.0 e all’internazionalizzazione, assume una forte valenza qualitativa: gli imprenditori stanno cambiando cultura, superano l’individualismo e puntano a traguardi comuni. Lo stesso deve fare tutta l’Italia. Le imprese eccellenti sono però ancora una minoranza. Una quota pari al 20%, che non corrisponde all’intero potenziale del nostro Paese, sia nel manifatturiero che nei servizi.  Un altro 20% è a rischio, mentre il restante 60% si trova ancora in un’area grigia. Se queste ultime arretrano, il sistema industriale farà altrettanto, compromettendo la tenuta sociale ed economica del Paese.

  Se scaleranno la graduatoria, l’Italia sarà più forte. Per questo motivo la partita va giocata nelle fabbriche e fuori dalle fabbriche. Dentro le fabbriche, investendo anche in attività intangibili, aprendo il capitale all’esterno, modernizzando la governance. Insomma, innovando in ogni funzione aziendale e facendo della responsabilità sociale una caratteristica dominante delle nostre imprese, perché possano legittimarsi sempre più come soggetti di crescita, non solo economica, del territorio in cui operano.

 Fuori dalle fabbriche, con una Pubblica Amministrazione meno frammentata e che traduca la semplificazione in comportamenticoerenti con le esigenze delle imprese e allinei i tempi di pagamento agli standard europei; con una macchina della giustizia più efficiente e più vicina alle ragioni e ai tempi dell’economia. Ancora, con un sistema di regole in grado di promuovere concorrenza e liberalizzazioni, accettando le sfide inedite della digitalizzazione di processi e servizi”.

Nella foto Il Presidente di Confindustria, VincenzoBoccia

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