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Blockchain, Italia dalla legislazione innovativa
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Intervista a Fulvio Sarzana sul quadro normativo in esame tra gli esperti presso il Mise

Una serie di riunioni per esaminare quel mondo racchiuso nel nome di Blockchain, come richiesto ai suoi esperti dal Ministero dello Sviluppo Economico. Fulvio Sarzana, Avvocato ed esperto di Diritto dell’Informatica e delle Telecomunicazioni, fa una panoramica riassuntiva.

Quali i primi esiti del vostro ritrovarvi presso il Mise su un tema come Blockchain?

Abbiamo fatto un piano di massima e ci siamo divisi in cinque sottogruppi: casi d’uso – infrastrutture, mappatura e condizioni di replicabilità; il quadro normativo – sandboxes e vulnerabilità, che è quello di cui faccio parte; monete digitali, sistema di pagamenti e fintech; educazione, competenze e consapevolezza; potenziamento dei servizi della Pubblica Amministrazione. Ciò con la finalità di approcciare gli aspetti tecnici riguardanti tematiche fondamentali dell’Industria 4.0, di cui Blockchain fa parte esattamente come IoT e 5G.

Qual è lo stato dell’arte in ambito legislativo sulla Blockchain?

La norma sulla Blockchain è stata approvata dal Parlamento lo scorso 7 febbraio. Il decreto Semplificazioni all’articolo 8-ter prevede la definizione normativa sia delle tecnologie basate su registri distribuiti, sia sui cosiddetti smart contract, e si tratta di iniziative legislative apripista in assoluto, perché gli altri Paesi ne sono privi. La validazione delle transazioni con il meccanismo della crittografia contemplata nel riconoscimento giuridico dei registri distribuiti non ha riferimenti altrove, adesso si aspetta l’AgID per ulteriori passaggi necessari. Si tratta di una vera e propria virata rispetto al passato, perché invece di andare dal notaio per l’acquisto di un immobile, ad esempio, si potrà attestare in modo gratuito una transazione tracciata potendo contare sulla sua validità giuridica. Idem per un contratto di affitto, un testamento e per una molteplicità di altri casi che prima richiedevano carte bollate, raccomandate, posta certificata. La tracciabilità è massima così come la validazione temporale e giuridica, perché la trasparenza è assicurata. Con Blockchain, infatti, si è tenuti a registrare tutto e le parti in gioco sono informate di ogni singolo passaggio. La crittografia e il sistema di chiusura dei blocchi, immodificabile, sono garanzie di un procedimento corretto da tutti i punti di vista. Le resistenze, per quanto comprensibili, sono inutili. Non scompaiono certe professioni, infatti: i notai non verranno meno, tanto per parlare di una categoria nominata, perché il testamento sarà sulla Blockchain che consente al cittadino di avere accesso ai registri, tutto qui.

Ci può dire qualcosa in più sugli smart contract?

Anche qui ci muoviamo prima degli altri Paesi. Con gli smart contract si parla di contratti eseguiti in automatico da un programma informatico, con valore giuridico pari a quelli tradizionali scritti e firmati. Così posso avere la restituzione totale o parziale della cifra pagata per il volo se l’aereo non parte o decolla in ritardo, senza l’ausilio dell’intermediazione. Ovviamente quello del viaggio è solo un esempio, perché se ne possono fare di innumerevoli in altri ambiti.

E per quanto riguarda gli strumenti finanziari legati alla Blockchain?

Lì ci muoviamo guardando altre piazze finanziarie, Svizzera in testa, ma c’è anche Malta e la Francia, che non ha ancora un quadro composito. L’obiettivo del Mise è arrivare a piani industriali legati al finanziamento delle tecnologie, e poiché l’Italia è un Paese a legalità formale, era necessaria una legge per far passare il principio della Blockchain: oggi questa legge c’è, dunque si riparte da essa.

 

FOTO: Fulvio Sarzana, Avvocato ed esperto di Diritto dell’Informatica e delle Telecomunicazioni

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