Cookie Consent by Free Privacy Policy Generator website
Aruba PEC leader del servizio in Italia
Share this… Facebook Pinterest Twitter Linkedin Aruba PEC leader del servizio in Italia
abb rinascimento dig

Sempre più utilizzata, la PEC taglia il traguardo degli 8 milioni di utenze, di cui 5 fanno riferimento ad Aruba come proprio gestore. Un primato che porta Simone Braccagni, Amministratore Delegato di Aruba PEC, a commentarci la leadership dell’azienda che rappresenta e il fenomeno più in generale.

Essere leader è uno status che soddisfa e responsabilizza allo stesso tempo. Quale la vostra analisi del fenomeno PEC?

Siamo molto soddisfatti e il servizio PEC è sempre più utilizzato; noi abbiamo realizzato la nostra customer base. La maggior parte degli utenti PEC è costituita da liberi professionisti che hanno aperto un account perché obbligati a farlo dai rispettivi Ordini, nonché dalle associazioni di categoria che devono utilizzare la PEC per il lavoro quotidiano, ma ne vediamo anche un utilizzo crescente nel mondo delle imprese e della Pubblica amministrazione. In qualità di gestore, infatti, dobbiamo presentare ogni due mesi ad AgID un report periodico sull’utilizzo delle caselle e il dato è raddoppiato nell’ultimo anno. Se oggi c’è un buco del servizio per solo 30 secondi succede il finimondo, mentre tre anni fa non se ne accorgeva nessuno, quindi si tratta di uno strumento ormai radicato e utilizzato. Noi abbiamo sviluppato degli applicativi a supporto dell’utilizzo PEC, alla base del processo di dematerializzazione e digitalizzazione della Pubblica amministrazione.

Ci sono criticità da registrare?

Ci dispiace che siano tutti così concentrati sui nuovi servizi, SPID e conservazione sostitutiva, da dimenticare di difendere la PEC italiana in ambito europeo, perché si sta andando verso una PEC eIDAS, interoperabile a livello di Comunità europea. Ci sembra che altri Stati stiano facendo la parte del leone quando l’esperienza, il successo e la conoscenza del servizio di matrice italiana risultano i più avanzati a livello europeo: ci piacerebbe e chiediamo, insomma, che la PEC italiana abbia il suo giusto riconoscimento e conseguente posizionamento.

SPID è partito a settembre; un commento sul suo decollo?

SPID fa registrare un utente che ha difficoltà a ricevere la credenziale. Decollato grazie a obblighi quali, per esempio, quello di richiedere l’identità SPID per i diciottenni interessati al “Bonus Cultura” di 500 euro, manca alla base di servizi realmente utili. Se il cittadino avesse a disposizione una convenienza e utilità reale nell’avere SPID, correrebbe a prenderne la credenziale al di là della gratuità. Anche se costasse poco, infatti, il cittadino ne affronterebbe il costo volentieri pur di fare tutto da casa e avere dei servizi utili come, per fare solo due esempi, accedere al fascicolo sanitario elettronico delle Regioni, laddove presente, o rendere più facile il rapporto con la burocrazia. Per incentivare il decollo di SPID, quindi, bisogna dare soprattutto servizi ai privati con una credenziale che permetta di andare anche su eBay o Amazon e fare tutto con lo stesso account con il quale si accede al Comune o alla Regione. Non devono mancare, poi, dei punti di contatto per il cittadino e la facilitazione del rilascio di credenziali. Queste sono le azioni da intraprendere: alla base ci sono servizi non solo pubblici, ma anche privati. Secondo me il Governo si aspettava di più e poteva fare meglio. A mio parere SPID non sarà sdoganato senza il supporto dei service provider privati e la Pubblica amministrazione ha un percorso troppo lento. Si tratta poi di un’operazione a macchia di leopardo, perché ci sono Regioni più virtuose e illuminate che hanno un progetto e conoscono la direzione verso cui andare, mentre altre si limitano a tamponare semplicemente l’obbligo, senza una visione d’insieme.

 

Nella foto Simone Braccagni, Amministratore Delegato di Aruba PEC

Share this…

About author

digitalvoice

555555555555555555555 ssssssssssss